Si avvicina il 25 novembre, la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne, istituita nel 1999 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La programmazione per commemorare le vittime è già in corso, mentre nel 2024 il numero dei femminicidi supera le 90 donne uccise, spesso per mano di partner dopo relazioni lunghe e travagliate. Il termine femminicidio si riferisce agli omicidi contro le donne, in particolare quando sono l’atto finale di un ciclo di violenza economica, psicologica, fisica o sessuale.
I primi riferimenti ufficiali al termine femminicidio risalgono a una Risoluzione del Parlamento europeo dell'11 ottobre 2007. Marcela Lagarde, antropologa messicana e studiosa del fenomeno, definisce il femminicidio come “la forma estrema della violenza di genere contro le donne, prodotto dalla violazione dei suoi diritti umani in ambito pubblico e privato attraverso varie condotte misogine, quali maltrattamenti, violenza fisica, psicologica, sessuale, educativa, sul lavoro, economica, patrimoniale, familiare, comunitaria e istituzionale, che comportano l'impunità delle condotte poste in essere tanto a livello sociale quanto da parte dello Stato e che, ponendo la donna in una condizione indifesa e di rischio, possono culminare nell'uccisione o nel tentativo di uccisione della donna stessa.”
I numeri del femminicidio restano allarmanti, e poche sono ancora le donne che decidono di denunciare abusi o violenze subite. Oggi, però, le donne hanno una maggiore consapevolezza dei propri diritti, grazie a una rete sociale più solida. Tuttavia, si continua spesso a parlare di questi casi come momenti di follia o raptus, mentre si tratta in molti casi di delitti annunciati.
I dati del Ministero dell’Interno
Nell’ultimo report del Viminale, relativo al periodo 1 gennaio – 3 novembre 2024, sono stati registrati 263 omicidi, con 96 vittime donne, di cui 82 uccise in ambito familiare o affettivo. Tra queste, 51 sono state uccise dal partner o ex partner. Si registra un lieve decremento rispetto all'anno precedente: i delitti in ambito familiare o affettivo sono scesi da 131 a 125 (-5%), e le vittime femminili da 87 a 82 (-6%). Anche il numero degli omicidi commessi da partner o ex partner è in calo: da 62 a 58 (-6%), con una riduzione delle vittime femminili da 57 a 51 (-11%). Tra il 28 ottobre e il 3 novembre 2024, si sono verificati 4 omicidi, di cui 1 con vittima femminile in ambito familiare.
Il primo caso di femminicidio del 2024 in Italia è stato quello di Rosa D’Ascenzio, 71 anni, uccisa a Sant’Oreste, in provincia di Roma, dal marito, che ha usato un utensile da cucina, presumibilmente una padella, per toglierle la vita.
Vittime silenziose
Spettatori e vittime collaterali sono spesso i figli delle donne che subiscono violenza, gli orfani del femminicidio. Bambini e adolescenti che assistono a violenze domestiche, vittime invisibili e collaterali della cosiddetta violenza assistita, che necessitano di supporto psicologico per superare traumi che rischiano di perseguitarli a vita. Accanto a loro, le famiglie delle donne uccise – genitori, sorelle e fratelli – vittime anch’esse, condannate a vivere nel dolore senza appello.