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06/11/2024 07:00:00

Kamala Harris e Donald Trump: il mondo in attesa del nuovo leader americano

 Il pianeta attende di conoscere chi guiderà per i prossimi quattro anni la nazione più influente del mondo, gli Stati Uniti d’America. Il popolo statunitense dovrà scegliere tra Kamala Harris, attuale vicepresidente, e Donald Trump, già presidente. Harris, ex procuratrice, non era stata inizialmente indicata come candidata dal Partito Democratico, ma le precarie condizioni fisiche di Joe Biden e il suo ritiro l’hanno portata a entrare in corsa.

Come vicepresidente, Harris ha deluso alcune aspettative, soprattutto in relazione al dossier sull’immigrazione, che le era stato affidato a fronte delle complesse problematiche in America Centrale (Guatemala, Honduras, El Salvador e Messico). Nonostante i notevoli aiuti economici corrisposti secondo la linea “aiutiamoli a casa loro”, l’ondata di migranti in cerca di asilo non si è fermata.

Quanto al mandato di Trump, si ricorda soprattutto l’abolizione del diritto all’aborto, resa possibile grazie alla nomina di membri della Corte Suprema. La sua politica estera ha avuto esiti controversi nei confronti di Paesi considerati ostili agli Stati Uniti, come Afghanistan, Iran, Siria, Corea del Nord e Cina. Inoltre, l’assalto a Capitol Hill rimane un evento indelebile, sostenuto dalla sua richiesta al vicepresidente Mike Pence e al Congresso di rifiutare la proclamazione di Joe Biden come Presidente. Trump tardò significativamente a impiegare la Guardia Nazionale per sedare l’insurrezione.

Durante un comizio elettorale in Pennsylvania, uno dei sette stati in bilico con il maggior numero di grandi elettori (19), Trump ha dichiarato: “Imporremo dazi all’Europa perché ci stanno derubando,” e ha aggiunto persino una frase provocatoria sull’informazione: “Non mi dispiacerebbe sparassero ai media.”

Dall'Italia, le opinioni sui candidati riflettono le posizioni politiche dei leader di partito. Kamala Harris è sostenuta senza riserve da Elly Schlein, Renzi, Calenda, Fratoianni e Bonelli (questi ultimi in modo più tiepido). Giuseppe Conte mantiene una posizione ambigua. Tajani adotta un approccio prudente, ma il suo passato da militante del Fronte Monarchico Giovanile farebbe presumere una preferenza per Trump. Per Giorgia Meloni, i tempi sono cambiati dal 2020, quando da leader dell’opposizione si augurava la vittoria di Trump “da patriota italiana”; oggi, da presidente del Consiglio, mantiene un atteggiamento diplomatico. Matteo Salvini, infine, esprime un convinto sostegno a Trump: “Sono convinto che una vittoria di Trump e dei Repubblicani sarebbe fondamentale e positiva per un ritorno all’equilibrio dell’intero Occidente”.

Vittorio Alfieri