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05/11/2024 06:00:00

A Castelvetrano mancano 52 milioni di euro di tributi, mezzo milione tra i dipendenti del Comune

 Si può fare ciò che ha annunciato l’assessore ai Tributi di Castelvetrano, Antonino Barresi, nei confronti dei dipendenti comunali morosi? Si può fare eccome. Nella lettera di diffida a tutti i capi settore del Comune, attraverso il responsabile dell’ufficio, vengono dati trenta giorni di tempo per regolarizzare le posizioni di coloro che hanno debiti nei confronti dell’ente, anche scegliendo la rateizzazione. Dopodiché si procederà alla “compensazione” dei crediti, ovvero ad una trattenuta nello stipendio fino all’estinzione del debito che, per una parte di dipendenti, ammonterebbe a più di mezzo milione di euro, mentre per l’intera popolazione castelvetranese i tributi ancora da pagare sarebbero più di 52 milioni.

Il sindaco Giovanni Lentini aveva puntato molto sulla riscossione già dalla campagna elettorale e sta giocando la sua carta vincente, con un assessore che non è un semplice funzionario dell’ Agenzia delle Entrate (come spesso viene definito), ma il direttore della Commissione Tributaria di Palermo.

 

Gli abbiamo fatto qualche domanda.

 

Dottor Barresi, alcuni avevano avanzato dei dubbi sulla legittimità di questa scelta. Una compensazione, anche se il datore di lavoro è una pubblica amministrazione e non un privato?

 

Certamente. Il comune di Palermo la fa anche coi dipendenti delle aziende partecipate. Le dirò di più, secondo la Corte Costituzionale sarebbe possibile aggredire l’intero stipendio. Inutile dire che è una cosa che non faremmo mai. Occorre però sottolineare che qui non si sta scegliendo una categoria da tartassare, senza occuparci degli altri. Già da luglio avevamo fatto un avviso a tutta la cittadinanza. Oggi sono in partenza i primi atti esecutivi, ma anche diverse rateizzazioni da parte di alcuni grandi debitori, che hanno già versato una somma cospicua.

 

Non c’è il rischio che alcune famiglie si possano trovare in seria difficoltà?

 

Assolutamente no. Non ci vuole molto a distinguere tra coloro che non possono pagare e quelli che invece non vogliono, pur potendo. Recentemente, il Tar di Catania ha disposto una chiusura di 90 giorni per un hotel di Palermo che non aveva pagato diverse rate della Tari. La norma, in caso di ulteriore mancato pagamento, consente anche la revoca. Poi, le rateizzazioni dipendono dall’entità del debito, potrebbero arrivare anche a 50 euro al mese. Ci sarebbe sempre la garanzia del minimo vitale: non ci si sovrapporrebbe nel caso di preesistenti pignoramenti del quinto dello stipendio. Ma chi può, deve.

 

E’ sicuro di non inimicarsi proprio coloro che all’interno del comune dovrebbero coadiuvarla per realizzare le procedure di compensazione?

 

Intanto non vorrei che passasse l’idea che tutti i dipendenti del comune non pagano le tasse, si tratta soltanto di una parte. Poi, mi dicono che coloro che lavorano nel settore tributi sono tutti in regola. Però, guardi, il punto non è questo. Perché se a pagare le tasse è soltanto la metà dei cittadini, vuol dire che i servizi (certo, migliorabili quanto si vuole) vengono fruiti anche da coloro che non li pagano. Senza contare che in questo modo il rischio del dissesto finanziario diventa sempre più concreto: il comune è da poco venuto fuori da un default, ma senza le opportune misure di riscossione ci vuol poco a tornare indietro. L’esempio di Campobello di Mazara dovrebbe farci riflettere.

 

Alcuni si chiedono come mai, dopo le ottime percentuali di raccolta differenziata, le tariffe siano aumentate al posto di diminuire?

 

Il contratto del comune con la Sager (l’azienda che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, ndr) è scaduto. È stato prorogato con le stesse condizioni di quando la raccolta differenziata era al 14%. Oggi siamo all’87%, occorrerà dunque dire la propria quando la SRR (che oltre a Castelvetrano comprende altri dieci comuni) potrà fare il nuovo contratto. Oggi ci saranno bollette con circa 20 euro in più, soprattutto per coloro che hanno una superficie più ampia, ma alcune famiglie con un grande numero di residenti hanno registrato anche qualcosa in meno.

Il problema però è un altro: le entrate effettive della Tari arrivano forse a 4 milioni, a fronte del costo del servizio che è di circa 7 milioni.

 

Cosa succede concretamente prima che avviene il pignoramento?

 

Viene mandato il cosiddetto “sollecito di cortesia” 30 giorni prima. Dopodiché si procede. Ma non è una cosa che decido io, è la legge.

 

La sua potrebbe essere percepita come una politica molto impopolare. Ha mai avuto paura?

 

Io non mi occupo di politica, sono un tecnico, faccio il mio lavoro. E l’obiettivo è soltanto quello di fare l’interesse dell’ente, cioè quello di tutti i cittadini.

 

Egidio Morici