Così la Cassazione ha cancellato il "sistema" Montante
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Quel giro di corruzione, dossieraggio, e giochi di potere con al centro Antonello Montante, non era un “sistema”. Per la Cassazione non c’era un’associazione a delinquere. Viene così smontata una delle più importanti accuse nei confronti di quello che dieci anni fa veniva considerato un “paladino dell’antimafia”.
Montante, ex presidente di Confindustria Sicilia e responsabile della legalità nell'associazione, di giorno si vantava dell’impegno antimafia, poi però avrebbe orchestrato, secondo le indagini, un complesso sistema di corruzione che coinvolgeva politici, imprenditori e forze dell'ordine, dimostrando come l'apparenza di lotta alla mafia fosse in realtà una copertura per attività illecite.
La Corte di Cassazione ha però emesso una sentenza chiave, depotenziando l'accusa principale di associazione a delinquere, su cui si basava una parte significativa del cosiddetto "sistema Montante". Un colpo di spugna all'accusa di «associazione a delinquere finalizzata alla corruzione», cade totalmente quello che era conosciuto come il “sistema Montante”. A Montante rimane l' «accesso abusivo a sistemi informatici» da 2014 in poi più la corruzione, tutto rimandato alla Corte di Appello di Caltanissetta per rideterminare la pena.
Cos'era il "Sistema Montante"
Antonello Montante, imprenditore di spicco ed ex presidente di Confindustria Sicilia, era stato per anni considerato un paladino della legalità e dell'antimafia in Sicilia. Tuttavia, le indagini hanno rivelato un sistema di corruzione e spionaggio, finalizzato a proteggere i suoi interessi e mantenere il controllo su persone e istituzioni. Montante avrebbe usato la sua posizione per costruire una rete di rapporti influenti, monitorando e ricattando politici, giornalisti e imprenditori. Questo "sistema" mirava a garantire favori e influenze, mentre contemporaneamente Montante si presentava come figura di riferimento nella lotta alla mafia. Il coinvolgimento di personaggi influenti all'interno della pubblica amministrazione e delle forze dell'ordine ha permesso a Montante di costruire un vero e proprio "sistema" in grado di influenzare decisioni amministrative e politiche. Questo sistema di corruzione era talmente ramificato che Montante poteva contare su coperture ad alto livello, mentre continuava a presentarsi come un difensore della legalità.
L'arresto e le accuse
Montante è stato arrestato nel maggio 2018, dopo un’indagine che aveva preso avvio già nel 2014. L'inchiesta, portata avanti dalla Procura di Caltanissetta, ha svelato come Montante avesse utilizzato la sua posizione per scopi personali, attraverso un abuso sistematico del potere. Le accuse a suo carico includevano associazione a delinquere e corruzione. Tuttavia, la recente sentenza della Cassazione ha escluso l'accusa di associazione a delinquere, confermando però i capi di imputazione legati alla corruzione.
Le tappe dell'inchiesta e del processo
L’inchiesta ha attraversato diversi momenti cruciali, culminati con l’arresto di Montante e una lunga serie di udienze e procedimenti giudiziari. Nel corso degli anni, vari testimoni e intercettazioni hanno contribuito a delineare la portata del sistema corruttivo messo in piedi dall'ex leader di Confindustria. Montante in primo grado era stato condannato a 14 anni di carcere, in appello la pena è scesa a 8 anni.
La recente sentenza della Cassazione rappresenta un punto di svolta, confermando alcune delle accuse di corruzione ma depotenziando la struttura accusatoria dell’associazione a delinquere.
La delusione delle parti civili
Le parti civili coinvolte nel processo, tra cui figure di spicco come Alfonso Cicero, hanno espresso delusione per la sentenza della Cassazione. L'eliminazione dell'accusa di associazione a delinquere viene percepita come una diminuzione della gravità del sistema Montante, suscitando amarezza tra coloro che speravano in una giustizia più rigorosa contro quello che ritenevano un "impero della corruzione".
Le dichiarazioni di Rosario Crocetta
L'ex presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, coinvolto indirettamente nella vicenda, ha chiesto che la giustizia faccia chiarezza anche sulla sua posizione. Crocetta ha dichiarato di non aver subito pressioni da parte di Montante e ha espresso fiducia in un'assoluzione piena, sottolineando di non avere alcun legame con le attività illecite del sistema.
Le prossime tappe del processo
Dopo la sentenza della Cassazione, il caso Montante non è ancora chiuso. Sarà necessario un nuovo processo per rivalutare alcuni aspetti della vicenda e definire le responsabilità legate alle accuse di corruzione. Il caso va di nuovo in Corte d’Appello per rideterminare la pena. Ma la storia del “sistema” Montante finisce con una sentenza che rappresenta un colpo di scena.
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