Inizia oggi, 4 novembre, il processo per Nicola Fiocca e Maria Pia Falco, il primo noto ex dirigente del Comune di Marsala, la seconda funzionaria dello stesso ente, coinvolti in un'inchiesta per corruzione che ha scosso le amministrazioni locali della Sicilia. L'indagine, avviata nel 2022, ha portato alla luce un presunto sistema di favoritismi e corruzione per l'affidamento di servizi socio-assistenziali, principalmente nell'ambito di cooperative sociali operanti in vari comuni siciliani.
L'inchiesta, condotta dalla Procura di Palermo e dai Carabinieri della Compagnia di Partinico, si è concentrata sulle operazioni del Comune di Agrigento e su altre amministrazioni locali, coinvolgendo diverse figure di rilievo. Tra queste, Gaetano Di Giovanni, ex dirigente del Comune di Agrigento e del Distretto socio-sanitario D1, che sarà processato con rito abbreviato il 20 novembre. Di Giovanni è accusato di aver facilitato l'assegnazione di appalti per servizi di assistenza domiciliare a due cooperative sociali in cambio di somme di denaro, pari a 7.500 euro versati in tre tranche.
L’inchiesta ha portato all’arresto di 11 persone e alla disposizione di misure cautelari per altre cinque. Tra gli imputati a giudizio ordinario, oltre a Fiocca e Falco, figurano anche Giuseppe Chiaramonte, dipendente della cooperativa “Nido D’Argento”; l’ex sindaco di Partinico, Salvo Lo Biundo; e Antonio Geraci, presidente della Commissione di gara del Comune di Gela. La cooperativa "Nido D'Argento" è una delle principali al centro dell'indagine: il suo presidente, Giuseppe Gaglio, e altri due dipendenti hanno proposto il patteggiamento, offrendo di pagare un acconto di 500 euro per ciascun Comune coinvolto nell'inchiesta come parte civile.
Secondo le accuse, Fiocca e Falco, in qualità di ex dirigenti del Comune di Marsala, avrebbero avuto un ruolo nelle operazioni irregolari e nelle assegnazioni di appalti a favore di cooperative legate all’assistenza domiciliare per anziani e disabili.
Fiocca è coinvolto in un'altra vicenda, mai del tutto chiarita dal Sindaco del Comune di Marsala, Massimo Grillo, e dal segretario, Andrea Giacalone. Sua figlia Francesca è stata assunta al Comune di Marsala nel 2018 in una procedura pubblica dove, però, a capo della commissione c'era proprio lui, ai tempi ancora dirigente del Comune (oggi in pensione). Assunta da precaria, poi, Fiocca è velocemente passata in organico al Comune, a tempo ideterminato, ed oggi è responsabile dell'ufficio del Reddito di Cittadinanza..
La vicenda è stata raccontata su Tp24, che ha pubblicato il verbale della Commissione Trasparenza e Accesso agli atti del consiglio comunale, che si è occupata del caso. La commissione ha investito della vicenda il Sindaco di Marsala, Massimo Grillo, che ha girato una nota al segretario comunale. E poi? Poi, nulla.
Le vicende del caso Fiocca rimandano alle polemiche e i sospetti che da sempre accompagnano, al Comune di Marsala, la gestione dei servizi sociali, tant’è che, nella precedente consiliatura, su iniziativa dell’allora consigliere comunale Daniele Nuccio, ci fu anche una commissione di inchiesta sui servizi sociali. Ne nacque una grande agitazione, molti rumor, e di certo non solo le carte raccolte furono portate in procura, ma la procura stessa si attivò, ascoltando diversi impiegati comunali, dirigenti e politici, salvo poi non approdare a nulla.
Alla commissione si arrivò dopo lettere anonime ed esposti sul mal funzionamento dei Servizi Sociali, con corsie preferenziali per talune cooperative e non per altre, sia nei pagamenti che nelle attribuzioni dei ricoveri, spesso fuori sede. Un esposto anonimo, in particolare già a Giugno di quell’anno denunciava “familismi”, con “assistenti sociali incaricati dal Comune in rapporti di parentela con alcuni funzionari del settore”. Stiamo parlando di un settore al quale sono destinati 20 milioni di euro l’anno.
Lo stesso Nuccio si dimise dalla guida della commissione, dopo pochi mesi, accusando l’Amministrazione Comunale di “ostruzionismo”, ovvero “di impedire alla commissione di poter accertare quanto desiderato e di appurare eventuali favoritismi perpetrati dagli uffici dei Servizi Sociali”.
Molte delle attenzioni erano concentrate sulla cooperativa “Serenità”, il cui dominus era l’allora deputato regionale Paolo Ruggirello, poi arrestato e condannato nell’operazione antimafia Scrigno.