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03/11/2024 06:00:00

Sovraffollamento e suicidi, le carceri italiane sempre più in emergenza

Lunedì a Prato si è ucciso un detenuto di 50 anni, italiano, si è impiccato nella sua cella, si trovava in carcere per reati "a grande riprovazione sociale e con fine pena fissato al 2030".


Si tratta della 77° vittima dall'inizio dell’anno, il Segretario della UILPA Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio, parla di una crisi non tangibilmente affrontata dal Governo: “15mila detenuti oltre i posti disponibili, 18mila unità mancanti alla Polizia penitenziaria, omicidi, suicidi, violenze di ogni genere, stupri, piazze di spaccio e malaffare. Queste sono oggi le nostre prigioni. A pagarne le spese, oltre ai reclusi, i 36mila donne e uomini della Polizia penitenziaria che scontano le pene dell'inferno per la sola colpa di essere al servizio dello Stato. Carichi di lavoro debordanti, turni di 8, 16 e persino 24 ore ininterrotte, oltre 3mila aggressioni subite nel solo 2024, mortificati nel morale e colpiti nell'orgoglio anche per una gestione organizzativa e amministrativa che spesso li discrimina e li svilisce”.

Per De Fazio “Serve immediatamente un'inversione di tendenza. Va deflazionata la densità detentiva, necessita potenziare concretamente gli organici della Polizia penitenziaria assicurando al contempo ai suoi appartenenti un trattamento paritario con i restanti operatori del comparto, occorre garantire l'assistenza sanitaria e psichiatrica e, non ultimo, va riorganizzato per intero l'apparato gestionale e amministrativo”.
Il sovraffollamento delle carceri è cosa nota, oggi il numero delle persone detenute ha superato le 62 mila unità. Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, rappresenta un situazione molto grave: solo nell'ultimo anno sono quasi 3 mila i detenuti in più presenti nelle carceri, laddove i posti disponibili conteggiati dal ministero della Giustizia sono 51.196, mentre a metà ottobre sappiamo che tra questi 4.445 non lo erano realmente. In 23 delle 73 carceri visitate da Antigone nell'ultimo anno sono state trovate celle che non rispettavano il parametro minimo dei 3 metri quadri. Una condizione riconosciuta dagli stessi Tribunali di Sorveglianza italiani che sistematicamente condannano l'Italia. Nel 2023, su 9.574 istanze per sconti di pena ne avevano decise 8.234 e di queste accolte 4.731 (il 57,5%).

Il presidente di Antigone chiede di bloccare l’approvazione del ddl sicurezza, che spinge verso altro sovraffollamento carcerario.


Per Marco Furfaro, capogruppo Pd in commissione Affari sociali alla Camera e membro della segreteria nazionale del Partito Democratico “La crisi penitenziaria continua a non essere affrontata da questo governo e i numeri lo certificano. In carcere durante l'esecuzione della pena il detenuto deve conservare i diritti fondamentali perché le carceri non sono il deposito di una parte di umanità da nascondere ma luoghi di rieducazione dove deve essere garantita un'esistenza degna e la possibilità di riappropriarsi della propria vita una volta scontata la pena”.

Per Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe) “Non è più rinviabile una riforma strutturale del sistema, anche ipotizzando eventualmente di ridurre il numero di reati per cui sia previsto il carcere e, conseguentemente, implementare delle pene alternative alla detenzione ed avviare una efficace struttura che consenta la loro gestione sul territorio. Il primo Sindacato della Polizia Penitenziaria non si fa prendere per il naso da chi oggi pensa di avere scoperto l’acqua calda e i problemi carcerari sollecitando improbabili indulti e leggi svuota carceri, mentre per mesi ed anni non hanno detto una parola sui provvedimenti delle varie maggioranze politiche di ogni colore al Governo che, nel tempo, hanno destabilizzato il sistema e destrutturato la sicurezza nelle carceri”.
 



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