Una norma nel ddl Urbanistica annullava le elezioni di secondo livello dei Liberi Consorzi, già fissate per il 15 dicembre. Contestualmente, l’assessore regionale agli Enti Locali, Andrea Messina, aveva illustrato i prossimi passi da seguire dopo l’approvazione da parte dell’Assemblea regionale siciliana della norma che posticipa le elezioni di secondo livello per i presidenti e i consigli dei Liberi Consorzi comunali e delle Città metropolitane. Messina aveva dichiarato: “Il differimento delle elezioni annulla il decreto del presidente della Regione che fissava il voto per dicembre. Una volta che la norma sarà pubblicata sulla Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana ed entrerà in vigore, il dipartimento delle Autonomie locali provvederà all’annullamento formale del procedimento elettorale in corso, attuando tutti gli atti consequenziali.”
L’obiettivo era di puntare a un’elezione diretta, con voto ai cittadini, entro aprile 2025. Tuttavia, la Corte Costituzionale ha stabilito ieri che il differimento ulteriore rappresenta una violazione degli articoli 5 e 114 della Costituzione, dichiarandolo dunque illegittimo.
La questione era stata sollevata dal Comune di Enna, che aveva impugnato al Tar tutti e quattro i decreti del presidente della Regione relativi alla nomina e alla proroga dei commissari straordinari per il Libero Consorzio comunale di Enna. La Corte Costituzionale, con una sentenza, ha accolto le questioni di legittimità costituzionale sollevate dal Tar della Sicilia. I continui rinvii e commissariamenti, infatti, hanno impedito la costituzione degli enti di area vasta in Sicilia.
Già una settimana fa, l’eurodeputato Marco Falcone (FI) aveva sollevato simili preoccupazioni: “Abbiamo una nuova conferma: il rinvio delle elezioni provinciali in Sicilia è una prassi incostituzionale. La Corte Costituzionale lo ha ribadito con riferimento a una legge del 2023 che ha rinviato il voto per la diciottesima volta. Il monito di oggi, purtroppo, è severo e molto attuale per il legislatore di Palermo. Anche la recente norma sul rinvio delle elezioni di secondo livello è, ragionevolmente, da ritenersi illegittima. Per di più, questa disposizione è stata inserita nel Ddl Urbanistica, un testo estraneo alla questione delle Province, il che potrebbe portare a un’impugnativa da parte del Consiglio dei Ministri. È evidente che questo balletto normativo non sta facendo gli interessi dei siciliani, che ci chiedono di ricostituire le Province perché si occupino di strade provinciali, scuole, welfare e altro.”
Per Nello Di Pasquale (PD), “La nuova bocciatura da parte della Corte costituzionale sui rinvii elettorali delle ex Province siciliane è una sconfitta per il centrodestra e il governo Schifani. Ancora una volta, i giudici censurano l’assenza di democrazia voluta da una classe politica che cerca di perpetuare il proprio potere attraverso i poteri commissariali. È un comportamento arrogante da parte del centrodestra, che continua a non rispondere nemmeno ai propri elettori.” Di Pasquale aggiunge che questa bocciatura è “una mazzata per il governo Schifani”, deludendo anche gli elettori che si aspettavano le elezioni di secondo livello per un rinnovamento delle istituzioni locali. “Abbiamo avvertito il centrodestra dell’incostituzionalità del rinvio, ma sono andati avanti a testa bassa.”
Anche Marco Corsaro, componente del direttivo Anci Sicilia e sindaco di Misterbianco, è intervenuto sulla sentenza della Consulta, chiedendo che si voti immediatamente con elezioni di secondo livello: “Questo è quanto ci impone non solo la Consulta, ma anche il normale buon senso e le aspettative dei siciliani, che desiderano servizi e un governo locale efficiente. L’ennesima proroga dei commissariamenti, approvata dall’Ars pochi giorni fa, rappresenta quindi una forzatura incostituzionale.”