Enrico Rizzi, noto animalista trapanese, ha ottenuto una significativa riduzione della pena nel processo per diffamazione aggravata nei confronti dell'ex questore di Trapani, Maurizio Agricola. La Corte d’Appello di Palermo ha infatti riformato la sentenza emessa in primo grado dal tribunale di Trapani, riducendo drasticamente le sanzioni nei confronti di Rizzi.
In primo grado, l'attivista era stato condannato a risarcire l'ex questore con una somma di 50mila euro. Tuttavia, con la sentenza d'appello, la cifra è stata abbattuta: Rizzi dovrà pagare una multa di 600 euro e corrispondere 2.000 euro a titolo di risarcimento per la parte civile, Maurizio Agricola.
Il caso
La vicenda risale al 2017, quando Rizzi pubblicò un post su Facebook criticando l’operato di Agricola, allora questore di Trapani. Nel post, l'animalista denunciava il mancato intervento della polizia in merito alle sue segnalazioni riguardanti presunti combattimenti clandestini tra pitbull, tenuti in condizioni disumane nelle periferie trapanesi. Il post fu considerato diffamatorio da Agricola, che presentò denuncia contro Rizzi.
La sentenza in primo grado e la riforma in appello
Nel 2022, il tribunale di Trapani condannò Rizzi a risarcire pesantemente l’ex questore. Tuttavia, la Corte d’Appello di Palermo ha ridimensionato le conseguenze per l’attivista, interpretando il suo post come un esercizio legittimo del diritto di critica, pur ritenendo diffamatorio il contenuto.
Le dichiarazioni di Enrico Rizzi
Dopo la sentenza d’appello, Rizzi ha commentato: «I giudici hanno stabilito che il mio è stato un mero e legittimo esercizio del diritto di critica. Al di là di ogni considerazione, è singolare che le sentenze del Tribunale di Trapani nei miei confronti siano quasi sempre formulate in modo tale da costringermi a fare appello. Lo stesso trattamento non mi viene mai applicato quando sono parte civile. Pazienza – conclude – sarei andato avanti comunque e lo farò ancora».
Questa sentenza segna un capitolo importante nella lunga battaglia legale tra Rizzi e le autorità trapanesi, una disputa che sembra destinata a proseguire.