Alberto Di Girolamo, ex sindaco di Marsala, è intervenuto nei giorni scorsi su TP24 per commentare la situazione in città in relazione all’indagine giudiziaria che coinvolge la politica marsalese e non solo. Di Girolamo, cosa pensa di questa situazione?
Penso che sia una situazione drammatica: uno scandalo di questo tipo, con un uso improprio di fondi europei per assumere amici, parenti, figli, nipoti, credo non si fosse mai visto a Marsala. Tre consiglieri sono stati sospesi, altri indagati, anche giovani che sono coinvolti, verosimilmente per colpa dei genitori. È una situazione di una gravità incredibile. E vedo una città che si è assuefatta a tutto. Quando il sindaco dice di essere il baluardo della legalità, rispondo che avrebbe dovuto esserlo sin dall’inizio, in base alle persone, agli amici e alle frequentazioni che ha scelto. In politica non dovrebbe essere la magistratura ad arrivare per prima a fermare determinate persone. Siamo garantisti, certo, e in questo momento ci sono le indagini; eventualmente seguirà un processo. Il sindaco ha avuto il supporto di tre liste del Movimento Via, nato dalla mattina alla sera, che complessivamente gli hanno portato circa diecimila voti. Senza questi voti, credo che in questo momento parleremmo di tutt’altro scenario a Marsala. Se non si vince con tutte le liste in prima battuta, nel ballottaggio la situazione cambia. Il sindaco ha scelto persone che, sebbene non fossero state in galera, erano piuttosto chiacchierate, e questo lo sapevamo tutti.
L’elezione di Grillo è viziata? Secondo lei dovrebbe dimettersi?
Si dovrebbe dimettere, non solo perché l’elezione è stata “truccata” in qualche modo, ma per tutto quello che è successo. In una città di 85mila abitanti, con tre consiglieri comunali sospesi dalla loro carica (anche se ora la sospensione è stata revocata), credo che si tratti di una situazione di una gravità incredibile. Eppure, la città non ne parla, i partiti non ne parlano, tranne qualche rara eccezione. Leggo di tanti possibili candidati alla carica di sindaco, ma nessuno che dica una parola su quanto accaduto. La politica non è fatta solo di promesse che poi non si mantengono; c’è una questione morale ed etica. Perché non posso parlare di questo? Per paura di perdere qualche candidato o qualche voto? Vorrei sapere con chi si alleeranno queste persone e cosa diranno sulla questione morale, non dopo, ma prima. Dopo è troppo comodo e semplice: arrestano qualcuno e si prendono le distanze. Se uno non sapeva, può prendere le distanze dopo; ma se sapeva, forse avrebbe dovuto farlo prima.
Di Girolamo, colpisce anche il silenzio dell’opposizione. È calato un silenzio su questa vicenda che è molto strano.
Sono d’accordo, l’opposizione è silente, così come gli altri partiti. Sono stato uno di quelli che hanno criticato molto i partiti quando gestivano molte cose a 360°. I vertici del Movimento Via sono stati arrestati. Questo movimento ha presentato tre liste a Marsala e il sindaco Grillo ha fatto campagna elettorale per loro. Nel 2020 ha preso i voti di tutti, poi nel 2022 ha fatto campagna elettorale per Via, ma ora lo disconosce. Ora dice di essere con Fratelli d’Italia, e non si capisce nemmeno se loro lo vogliano o meno, e nessuno parla. L’opposizione, che dovrebbe fare molto più rumore, non lo fa, nonostante ci siano tutte le condizioni. Così passa l’idea che siano tutti uguali, ma non è così. Non siamo tutti uguali. Alcuni di questi, nel 2015, erano venuti da me, ma ho detto loro che non c’era posto per loro. Sono persone con cui si può prendere un caffè, ma dal punto di vista politico il modo di amministrare è completamente diverso.
Alberto Di Girolamo, l’anno prossimo si vota. Ci sarà una proposta unitaria di candidatura del centrosinistra?
Mi auguro di sì. Ricordo che nel 2015 ho fatto le primarie, anche se non ce ne sarebbe stato bisogno, e vi hanno partecipato seimila persone. Per recuperare dai danni e dal disastro che ha fatto questo sindaco con la sua amministrazione, ammesso che sia possibile, sono convinto che sarebbe difficile per Marsala riprendersi. Servirebbe qualcosa di civico, ma vero, non i partiti che si nascondono dietro il civismo, perché quella è un’altra cosa. Servirebbe la società civile, che scendesse in campo per far ripartire la città verso il futuro, verso l’Europa, per evitare che i nostri giovani siano costretti ad andarsene e qui rimangano solo pochi anziani, finché ci saranno.
Qui su Buongiorno24 l'intervista di Alberto Di Girolamo
Linda Licari, ex consigliera comunale di Marsala, che idea si è fatta dell’indagine che coinvolge il mondo della politica marsalese e non solo?
Penso che l’idea diffusa tra cittadini, attivisti e politici sia quella dello scoramento. Questo sentimento, credo, tocca molte persone che fanno politica perché ci credono e cercano di dare un contributo alla propria città. Sono stata silente in questi giorni, condivido quanto è stato detto dal direttore, dall’ex sindaco Alberto Di Girolamo e da altri esponenti dell’opposizione. C’è molto sconforto. Penso a quattro anni fa e a quanto sia difficile comporre le liste. Noi abbiamo impiegato molto tempo prima delle elezioni per costruire un gruppo di persone che voleva garantire il proprio impegno per la città; altro non potevano dare. Quello che ho pensato, quando c’è stato questo terremoto giudiziario, è proprio questo: è facile fare le liste. Papania ha fatto tre liste insieme ad altri esponenti locali, trovando 72 candidati disponibili ad appoggiare il sindaco Grillo. Evidentemente è stato facile, perché tra loro – non dico tutti, mai fare di tutta l’erba un fascio – ma ci saranno stati quelli che si aspettavano qualcosa in cambio. Credo che dovremmo voltare pagina, ma farlo seriamente, non limitandoci a partecipare a tavoli tematici sulla legalità solo per dare un segnale, né solo nelle giornate commemorative o calendarizzate.
Siamo ancora nella fase delle indagini.
Assolutamente sì. Diamo fiducia alla magistratura e ci aspettiamo che magari qualcuno ne esca pulito da questa situazione, ma il problema è un atteggiamento generalizzato.
L’atteggiamento generalizzato arriva anche dai partiti: “vieni con me che ti do questo”. Forse va rivoluzionato tutto il sistema.
Condivido, va cambiato il sistema. Siamo abituati a partiti gestiti da pochi eletti; sappiamo anche che i posti in Parlamento e all’ARS si sono ridotti e questo forse ha ridotto anche la democrazia e la rappresentatività nei territori. Se abbiamo un solo onorevole che ci rappresenta, diventa sempre più complicato. Spesso ci si accoda e non si riesce a tenere una posizione diversa da quella dell’onorevole di turno, perché si pensa di non stare dalla parte del potere.
Linda Licari, c’è un grande movimento attorno alle amministrative di Marsala, che si celebreranno nella prima finestra utile, in primavera del 2026. Ci sono tanti nomi in ballo, come Salvatore Ombra, Andreana Patti, Nicola Fici, ma non è tanto sui nomi che ci si deve focalizzare quanto sulla divisione partitica. Ad esempio, Andreana Patti è un nome che il Partito Democratico nella sua unità potrebbe sposare o no a Marsala?
Il PD di Marsala al momento non ha organismi in carica. Noi abbiamo chiesto con forza la nomina del commissario, che dovrebbe arrivare a giorni. Mi sono confrontata con il segretario provinciale e ci è stato comunicato che non si può andare oltre. Gli organismi di partito sono necessari. In questo momento, come si fa a dire se il PD sceglierà di appoggiare un candidato sindaco come Salvatore Ombra, o una candidata sindaca come Andreana Patti, o tanti altri nomi che ora stanno circolando? Senza togliere nulla a nessuno – sono tutti professionisti stimati e competenti, qualcuno con esperienza politica – credo che sia importante scegliere un nome all’interno di un progetto condiviso. Se faccio parte di un partito e sono ancora tesserata, chiederò di riunirci per eleggere un segretario e gli altri organi di partito. Al momento non posso esprimermi su una persona o un’altra; deve essere l’intero partito a decidere. Un nome può andare bene per me, ma è ovvio che deve esserci un progetto solido. Io credo nei partiti, ognuno ha una storia e dei valori ben precisi, differenti tra loro. Si parla molto di civismo in questi giorni, ma non deve essere un civismo che camuffa l’appartenenza politica dei candidati che si inseriranno nelle liste.
Qui l'intervista completa a Linda Licari.