Ogni volta che pubblichiamo su Tp24 articoli di storie quotidiane, piccoli torti o situazioni che non vanno come dovrebbero — un esempio tra tanti, la Porsche posteggiata nel posto riservato ai disabili in Piazza Scarlatti a Trapani — uno dei commenti più frequenti, e spesso ironico, è: “Ma che notizia è?”. Oppure: “Notiziona!”. Insomma, chi commenta così cerca di far capire che queste non sono "vere notizie". E spesso chi critica vorrebbe insegnare a noi giornalisti cosa sia davvero una notizia e cosa meriti di essere raccontato.
Ma già, cos'è una notizia? Le risposte possono essere tante, ma qui ne daremo due: una molto oggettiva e una più soggettiva.
La definizione che vale un po' per tutti, quella scolastica, potremmo dire, è che notizia è “l’uomo che morde il cane”. Ovvero, l’evento insolito, l’eccezione che attira l’attenzione perché fuori dall’ordinario. Quando qualcosa di inaspettato accade, diventa degno di essere raccontato. E in questa categoria possono rientrare molti eventi che si distaccano dal quotidiano e che, proprio per la loro singolarità, meritano uno spazio nelle pagine di un giornale.
Ma c'è anche un’altra definizione, più soggettiva, ed è che una notizia è quella che un giornalista decide di pubblicare. Sì, perché il giornalista, nel suo lavoro, sceglie quali fatti meritano di essere raccontati. Un topo che passeggia in centro a Trapani può diventare una notizia, magari per il modo buffo in cui si muove o perché è la decima segnalazione in pochi giorni. Allo stesso modo, un’auto parcheggiata nel posto riservato ai disabili, che notizia è? Ne vediamo tante, purtroppo. Eppure, se si tratta di una Porsche, in effetti fa notizia. O no?
Un’altra riflessione da fare è che un giornale racconta una comunità. Dentro ci sono tutti: dagli ex alunni che si ritrovano dopo cinquant'anni alla ragazzina che vince il titolo di reginetta e ci tiene a farlo sapere. Perché? Perché queste piccole storie fanno parte del tessuto sociale di cui il giornale è narratore. Raccontiamo la vita di ogni giorno, nei suoi successi, nelle sue fatiche e anche nei suoi errori.
Infine, dobbiamo ricordare cos’è un giornale. Un giornale è un insieme di articoli che spaziano tra diverse tematiche, scelte secondo le gerarchie e gli spazi definiti dalla redazione. C’è la politica, ci sono le inchieste (Tp24, con molta fatica continua a cercare di fare inchieste nel territorio), c’è la cronaca, ci sono le piccole storie di tutti i giorni, lo sport, il calcio e persino le curiosità. E quindi sì, ci possono essere anche quelle che qualcuno chiama "storie minori", che sembrano insignificanti. Ma anche queste fanno parte della vita.
Un giornale racconta la vita nella sua interezza, e la vita di tutti noi è fatta di momenti importanti, di riflessioni, di studio e impegno, ma anche di quelle piccole cose che ci fanno arrabbiare o sorridere. In fondo, un giornale non è altro che uno specchio della nostra esistenza, in tutte le sue sfaccettature.
E poi, non bisogna mai sottavalutare il potere delle piccole cose. Era una piccola, piccolissima notizia la storia di una signora che si rifiutò di alzarsi dal suo posto, sul bus, e cederlo ad un'altra passeggera. Quella signora, che si chiamava Rosa, con quel suo gesto, nel 1955, diede il via ad una protesta che portò, negli Stati Uniti, all'elliminazione dell'odioso obbligo che avevano i neri, come Rosa, di cedere il posto ai cittadini bianchi. Rimase semplicemente seduta nel suo posto. Ma la notizia di quel gesto fu di incoraggiamento per una grande rivolta. Oggi, magari, molti avrebbero scioccamente commentato: "Ma che notizia è?"
Perciò, la prossima volta che vi chiedete “Ma che notizia è?”, ricordatevi che anche una piccola storia che sembra irrilevante, per qualcuno può fare la differenza. E questa è la bellezza del racconto giornalistico: dare voce a tutte le sfumature della nostra vita quotidiana.
La redazione
P.S.: Vediamo chi ha il coraggio di commentare questo articolo scrivendo: "Ma che notizia è ...?"