La Riserva Naturale Foce del Fiume Belice e Dune Limitrofe, istituita con Decreto Assessoriale della Regione Siciliana il 30 maggio 1987, è uno dei luoghi più preziosi dal punto di vista ambientale della Sicilia. Il suo obiettivo principale è la tutela delle dune e della vegetazione costiera, uno degli ultimi tratti di costa sabbiosa rimasti intatti, grazie alla sua protezione dall’abusivismo edilizio che ha devastato altre parti del litorale siciliano.
Un'area unica da preservare - La riserva si estende lungo la foce del Fiume Belice, un corso d'acqua che si snoda per 77 chilometri prima di sfociare nel Mar Mediterraneo. L'area, parte della ZSC (Zona Speciale di Conservazione) ITA010011 "Sistema dunale Capo Granitola, Porto Palo e Foce del Belice", è un esempio eccezionale di un sistema dunale ben conservato. Qui, è possibile osservare il "profilo della spiaggia" in maniera integrale, dalle onde della battigia fino alle dune più arretrate, che si modellano costantemente grazie alla forza del vento e del mare. La flora pioniera che si insedia nelle dune, come la santolina, il kakile e il ginestrino, è vitale per l'equilibrio di questo ecosistema fragile, e figura nelle liste di protezione delle specie vegetali.
L'estate del disastro: tra abbandono e incuria - Nonostante il suo valore naturalistico, la Riserva del Fiume Belice ha subito quest'estate un abbandono senza precedenti. Ci sono pochi controlli e questo sta permettendo il degrado di un'area che dovrebbe essere altamente protetta. La zona delle dune viene utilizzata come se fosse un qualunque altro spazio del demanio. Ombrelloni e lettini vengono montati direttamente sulle dune, un'azione che distrugge la vegetazione e compromette l'ecosistema già delicato. Secondo il regolamento della riserva, è vietato l'uso di attrezzature su queste aree protette, ma la carenza di vigilanza lascia il sito alla mercé di chi ignora o, peggio, viola deliberatamente le regole.
Un vuoto di gestione - L'assenza di una guida amministrativa è un fattore cruciale in questa crisi. L'ex direttore della Riserva, Roberto Fiorentino, che gestiva anche la Riserva dello Stagnone, è andato in pensione. Questo ha lasciato l'area senza una figura di riferimento per la gestione e il controllo. L’ente gestore, apparentemente inoperante, sembra aver abbandonato il compito di proteggere questo geosito.
Un patrimonio naturale fragile in pericolo - La Riserva è nata proprio per proteggere le dune, un patrimonio naturale, un ambiente un tempo comune lungo il litorale siciliano, ma che oggi sopravvive solo in pochi tratti costieri. Il sistema dunale del Belice è uno dei migliori esempi ancora conservati, eppure si trova sotto assedio a causa dell'incuria e della mancanza di regolamentazione attiva. La vegetazione, fondamentale per stabilizzare le dune e prevenire la loro erosione, viene calpestata e distrutta dai frequentatori della spiaggia, che usano mezzi impropri per accedere alla zona, come carrelli e barche, compromettendo ulteriormente l’area protetta.
Un futuro incerto - La situazione nella Riserva del Fiume Belice è preoccupante. Questo angolo di paradiso rischia di essere irrimediabilmente danneggiato. È imperativo che le autorità intervengano per ristabilire l’ordine e la protezione che questa riserva merita, affinché non diventi terra di nessuno. La tutela delle dune e della vegetazione deve tornare al centro dell’attenzione, per garantire che la Riserva della Foce del Fiume Belice possa continuare a essere un esempio di come natura e uomo possano convivere in armonia, ma solo con il rispetto delle regole.