Gibellina: tra il sogno di Capitale Italiana Arte Contemporanea e il mega impianto agrofotovoltaico
Gibellina, la piccola città del Belice rinata dalle macerie del devastante terremoto del 1968, è da decenni simbolo di riscatto e arte contemporanea. Con l'iconico Cretto di Burri, opera monumentale di land art che copre la vecchia Gibellina distrutta, e il Museo d'Arte Contemporanea Ludovico Corrao, la città è un faro culturale non solo per l'Italia ma per tutto il mondo. Oggi, Gibellina è finalista per diventare Capitale Italiana dell'Arte Contemporanea 2026, ma questa speranza si scontra con una preoccupante realtà: la possibile realizzazione di un mega impianto agrofotovoltaico a pochi passi dal centro urbano e dal Cretto.
Il sindaco Salvatore Sutera sulla candidatura e il sogno di diventare Capitale Italiana Arte Contemporanea 2026 "Quando l'ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha lanciato il bando per la Capitale Italiana dell'Arte Contemporanea, Gibellina ha sentito di dover partecipare, non poteva non candidarsi, per il rispetto di chi ha lavorato alla sua rinascita, a partire da Ludovico Corrao e dai tanti artisti che hanno dato nuova vita alla città. Gibellina ha un legame unico con l'arte contemporanea, un’identità costruita su questo rapporto indissolubile. Con Carrara, Todi, Pescara e Gallarate come concorrenti, Gibellina si distingue per l’importanza storica della sua rinascita legata all’arte. Il 25 ottobre, una delegazione cittadina si recherà a Roma per presentare il progetto, e la proclamazione è attesa tra il 30 e il 31 ottobre.
La minaccia dell'impianto agrofotovoltaico
Mentre la città sogna il titolo, un incubo incombe all’orizzonte: la costruzione di un impianto agrofotovoltaico di 48 MW su 50 ettari di terreno, vicinissimo al centro abitato e al Cretto di Burri. L'impianto, promosso dalla società Tozzi Green di Ravenna, è stato approvato dal Comune di Santa Ninfa, confinante con Gibellina, ma ha incontrato forti opposizioni. La Soprintendenza ai Beni Culturali di Trapani e lo stesso Comune di Gibellina hanno espresso pareri contrari, preoccupati per l’impatto devastante che il progetto potrebbe avere sul paesaggio e sull'identità culturale della zona.
Il sindaco Sutera è fermo nella sua opposizione: "Mentre da un lato partecipiamo al bando per la Capitale dell'Arte Contemporanea, dall'altro si sta cercando di violentare un territorio già duramente provato dal terremoto del '68. Un impianto così vicino al Museo d'Arte e al Cretto è un insulto al nostro patrimonio."
Qui l'intervista al sindaco di Gibellina Salvatore Sutera
Le mobilitazioni a difesa del territorio
La comunità locale non è rimasta in silenzio. Molte associazioni culturali, tra cui l'Associazione Culturale Articolo 9 e Coldiretti, si sono mobilitate contro il progetto. Fabio Granata, presidente di Articolo 9, ha sottolineato come "il Cretto di Burri non sia solo un'opera d'arte, ma un simbolo di rinascita che va protetto". Coldiretti, dal canto suo, denuncia la trasformazione di terre agricole in aree industriali, che potrebbe compromettere la sicurezza alimentare e la tradizione agricola siciliana.
Le istituzioni al fianco di Gibellina
Anche la Regione Siciliana si è espressa a favore della candidatura di Gibellina. Il presidente Renato Schifani ha dichiarato: "Sostenere Gibellina in questa competizione significa riconoscere il valore dell'arte come strumento di coesione sociale e sviluppo economico. La sua storia di rinascita è un simbolo che ispira tutta la Sicilia." Tuttavia, Schifani è stato sollecitato anche a rivedere le autorizzazioni per l'impianto agrofotovoltaico, considerato da molti come una "violazione" del paesaggio culturale. Il sindaco Sutera ha già richiesto un incontro con Schifani e l’assessore all’Energia per trovare una soluzione che possa preservare l’integrità del territorio.
Il futuro di Gibellina e della Sicilia: un equilibrio fragile Il caso di Gibellina è emblematico di una più ampia questione che riguarda tutta la Sicilia: come conciliare lo sviluppo delle energie rinnovabili con la tutela del patrimonio culturale e paesaggistico. La corsa all'oro del fotovoltaico nell'isola ha già sollevato preoccupazioni sul rischio di perdita di ampie aree agricole, con Coldiretti che stima una possibile riduzione del 30% dei campi di grano. Mentre Gibellina attende con trepidazione la decisione sulla Capitale Italiana dell'Arte Contemporanea, il suo futuro rimane appeso a un filo sottile, sospeso tra il sogno di un riconoscimento culturale internazionale e la realtà di un progetto agrofotovoltaico che potrebbe alterare per sempre il suo paesaggio. In gioco non c'è solo il titolo, ma l’identità stessa di Gibellina, una città che ha trasformato la distruzione in bellezza e che ora lotta per proteggere quella bellezza dal progresso non sempre rispettoso.
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