L'Italia meridionale si trova in una situazione critica a causa dell’esaurimento delle riserve idriche, mentre il Nord è alle prese con l'eccesso di acqua dovuto ai recenti nubifragi, con fiumi in piena e riserve sopra la media. Lo segnala l'Osservatorio Anbi sulle risorse idriche nel suo bollettino settimanale.
In Sicilia, le già scarse riserve idriche, pari a meno di 181 milioni di metri cubi (circa il 25% della capacità totale, di cui solo 55 milioni sono effettivamente utilizzabili), stanno diminuendo più velocemente del previsto, nonostante le misure di contenimento. L’Anbi descrive i paesaggi dell’entroterra siciliano sempre più simili a quelli dell'Africa settentrionale, con terreni aridi e polverosi che sostituiscono pascoli e colture. I frutteti rinsecchiti sono ormai abbandonati, mettendo a rischio non solo l’ambiente ma anche l’economia locale.
Le previste piogge, invece di portare sollievo, potrebbero rappresentare una minaccia. L’incontro tra correnti artiche e i caldi venti di scirocco, con un Mediterraneo ancora caldo (tra i 23 e i 25 gradi), crea le condizioni per eventi estremi, come già avvenuto di recente nel Nord-Ovest, in particolare nelle province di Alessandria e Savona.
In altre regioni del Sud, la situazione è altrettanto allarmante: in Basilicata le riserve idriche sono scese a 128,31 milioni di metri cubi, 150 milioni in meno rispetto all'anno precedente. In Puglia, nei serbatoi della piana della Capitanata, rimangono meno di 40 milioni di metri cubi. In Calabria, il fiume Ancinale è quasi asciutto e il flusso del Lao è in calo. Anche in Campania si registrano riduzioni nelle portate fluviali. Infine, in Sardegna, il deficit rispetto al 2023 è di 254,42 milioni di metri cubi, e nei distretti di Posada e Alto Cixerri l'acqua è ormai quasi esaurita.