A Castelvetrano si è registrato il tutto esaurito per il film “Iddu” al teatro Selinus. Quasi 500 i biglietti complessivamente venduti per i tre spettacoli (delle 16, 18,30 e 21).
Dopo il no di Salvatore Vaccarino alla proiezione nel suo cinema Marconi (unica sala in città), il sindaco Giovanni Lentini, con un accordo tra il comune e la società di distribuzione, ha fatto in modo che i castelvetranesi potessero vederlo a teatro.
Contrastanti le reazioni del pubblico che, all’uscita dalla sala, si è sostanzialmente diviso tra coloro a cui è piaciuto e coloro che avrebbero preferito una maggiore aderenza del racconto ai fatti di cronaca.
Il sindaco Lentini è andato alla proiezione delle 18,30. All’uscita dalla sala gli abbiamo chiesto che cosa ne pensasse.
“Come in ogni opera artistica, gli autori partono dalla realtà e fanno una costruzione fantasiosa e favolistica. E’ normale che ci siano degli elementi che appaiano reali, secondo le cronache degli ultimi anni ed altri che invece sono di assoluta fantasia. In ogni caso i registi tentano un approfondimento psicologico dei due personaggi, in base al noto scambio epistolare. Ma c’è anche un filo di critica alle strategie che lo Stato ha applicato nella cattura di questo latitante.”
Lo proietterebbe nelle scuole?
“No. Non mi sembra che contenga un messaggio di ribellione alla criminalità organizzata. Sarebbe meglio che lo vedesse chi ha già un’esperienza di vita e che attraverso le letture giornalistiche e le esperienze personali hanno maturato una consapevolezza di ciò che è stata la mafia nel nostro territorio e dei personaggi che a torto o a ragione hanno girato attorno a questo fenomeno criminale.”
Ci sono state delle scene che l’hanno fatta ridere? La scena del puzzle per esempio?
“No, la scena del puzzle non mi ha fatto ridere. Mi sono sembrati invece grotteschi i dialoghi che si svolgevano all’interno della stanza dei servizi segreti, soprattutto la controversia tra di loro sul metodo migliore per giungere alla cattura del latitante. Non mi hanno fatto ridere, ma mi sono sembrati davvero grotteschi”.
Egidio Morici