Per la prima volta, la storia di Vito Pipitone, sindacalista marsalese ucciso dalla mafia nel 1947, verrà raccontata in un festival di rilievo nazionale. Il monologo teatrale "Ed io l’amavo", scritto da Chiara Putaggio e interpretato da Adriana Parrinello, è stato selezionato per la terza edizione del Catania Off Fringe Festival e sarà in scena dal 17 al 20 ottobre presso lo Zo Centro Culture Contemporanee.
L'opera, diretta da Francesco Stella con le musiche di Gregorio Caimi, ripercorre la vita di Vito Pipitone attraverso gli occhi della moglie, Filippa Di Dia, che racconta non solo il suo amore per il marito, ma anche il coraggio e la lotta per la giustizia sociale. Pipitone fu assassinato mentre si batteva per i diritti degli agricoltori contro i latifondisti e la mafia, a pochi giorni dall'organizzazione di una manifestazione per la lottizzazione delle terre incolte, come previsto dalla legge Gullo.
Un racconto di amore, sacrificio e giustizia
Il monologo offre uno sguardo intimo sulla vita di Filippa Di Dia, costretta a crescere da sola i suoi quattro figli dopo la tragica morte del marito. L'opera esplora il loro amore e la dedizione di Vito per la sua battaglia a favore dei braccianti. Filippa diventa simbolo di resistenza e di lotta per la giustizia, offrendo una prospettiva profondamente umana di una storia che ha segnato la vita di una famiglia e di un'intera comunità.
"L'espressione 'vittima della mafia' non si riferisce solo a chi perde la vita," spiega l'autrice Chiara Putaggio, "ma anche a chi subisce indirettamente la violenza, come i familiari che restano. Questa è una storia che merita di essere raccontata per mantenere viva la memoria." Il lavoro teatrale nasce dal legame personale tra l'autrice e la famiglia Pipitone, un rapporto costruito nel corso di anni di conoscenza e approfondimento delle vicende personali.
La memoria come strumento di crescita sociale
Il debutto nazionale di "Ed io l’amavo" avrà anche la partecipazione di rappresentanti di Libera, l’associazione antimafia che negli ultimi anni ha contribuito a far conoscere la figura di Vito Pipitone, attraverso l’intitolazione del presidio di Marsala e l'installazione di una stele commemorativa in sua memoria. Salvatore Inguì, coordinatore provinciale di Libera Trapani, ha sottolineato l'importanza di questa rappresentazione teatrale come esempio di memoria storica e di come le lotte per i diritti dei lavoratori siano ancora rilevanti.
"Questa opera restituisce il sacrificio umano ed eroico di Vito Pipitone," ha commentato Inguì. "In un momento in cui il revisionismo storico rischia di vanificare il sacrificio di molti, è cruciale mantenere vivo il ricordo di chi ha lottato per i diritti dei più deboli."
Il potere del teatro nel raccontare la verità
Per l'attrice Adriana Parrinello, che interpreta Filippa, questa rappresentazione è molto più di una semplice performance: "È un'emozione da condividere, ma anche da custodire profondamente. Partecipare a questo progetto significa contribuire alla condivisione di ideali e sentimenti attraverso il teatro."
Il regista Francesco Stella ha evidenziato il significato del personaggio di Filippa come emblema di chi continua a lottare per la giustizia nonostante il dolore: "Certi dolori non si superano mai, ma si può scegliere di trasformarli in un impegno concreto contro le mafie."
Dopo aver riscosso successo in precedenti messe in scena, come nella rassegna 'a Scurata e all'interno dell'Officina Artistica Carpe Diem, lo spettacolo approda al Catania Off Fringe Festival con quattro repliche, pronte ad emozionare e a far riflettere un pubblico più ampio.
Un'opportunità di riflessione
L'opera teatrale, oltre a mantenere viva la memoria di Vito Pipitone, rappresenta un invito a riflettere su temi di giustizia sociale, diritti e resistenza. Una storia locale che si espande sul piano nazionale, grazie alla forza del teatro e alla dedizione di chi crede nel potere della memoria.
Lo spettacolo andrà in scena dal 17 al 20 ottobre con quattro repliche presso la sala grigia dello Zo Centro Culture Contemporanee di Catania.