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13/10/2024 06:00:00

Gibellina e il Cretto, un ponte tra memoria e futuro

 Anni trascorsi vivendo di bellezza, di emozioni, avendo avuto poi la fortuna di tradurre tutto questo in lavoro. Una telefonata in un pomeriggio di inizio autunno da una persona cara - lui vive a Gibellina - e racconta di un progetto fotografico che parla di memoria viva, della storia della sua Città e di come tutto questo poi si confluito in una narrazione molto più grande che ha visto la luce venerdì scorso alla Frankfurter Kunstverein La presenza dell’assenza, mostra curata da Franziska Nori con il supporto scientifico di Anita Lavorano e Laura Perrone.

Uno di quei rari percorsi espositivi dove tanti linguaggi raccontano storie apparentemente dissimili ma poi legate indissolubilmente tra loro, e con vettori quali la fotografia, reperti di oltre 2000 anni fa, installazioni e quella libertà curatoriale che ancora esiste e che emoziona anche solo leggendo il comunicato stampa.

Il parterre è di valore assoluto, mostra prodotta dal museo di Francoforte in collaborazione con la Società Senckenberg per la ricerca naturale e con l'Istituto di Fisica Teorica dell'Università Goethe di Francoforte e sarà aperta al pubblico fino al 2 marzo del 2025. Quel filo che lega le tante storie e testimonianze nel titolo della mostra, ha fatto sì che Nicolò Stabile - curatore del progetto “Il cretto è casa mia” del fotografo Giuseppe Ippolito - facciano parte di un respiro internazionale raccontando donne e uomini di Gibellina. E allora riprendo quanto scritto la scorsa settimana e ribadisco nel caso ce ne fosse la necessità, che dall’assenza tragica creata dal terremoto, col tempo si innestarono processi di vita e di rinascita.

Ludovico Corrao, immaginò non solo una Città di fondazione (l’unica in Italia dal dopoguerra ad oggi) ma la consegnò a noi sotto il segno concreto della Cultura, volano per un domani diverso. Nicolò Stabile lo conosco da tempo uomo colto che ha vissuto producendo spettacoli di danza e non solo in giro per il mondo, traducendo una biografia di Jean Genet (tempo addietro per il Saggiatore) e, rientrato dal suo girare il mondo, a Gibellina coltiva con amore folle la memoria e il futuro.

Il Cretto è casa mia è una operazione fotografica dove Ippolito, con una soluzione delle più complesse ovvero il ritratto, cristallizza due momenti topici: il presente e il futuro. Chi ha prestato il volto e il corpo tra i vicoli del Cretto, è nato in quella Gibellina che oggi è altro, e hanno accettato consapevolmente di essere cesura di una operazione contemporanea e complessa allo stesso tempo. Il Cretto è un non luogo, pardon per loro forse è ancora il tempo che si è cristallizzato il 15 gennaio del 1968, tornando a rivivere dopo oltre cinquant’anni quella notte in piena luce però e protagonisti al pari dell’opera di land art più grande al mondo.

Il cretto è casa mia, è rivendicare - al netto del copyright di seguito della Fondazione Burri - quest’azione partecipativa dove si fondono memoria vita e futuro: loro protagonisti di un passato che li ha proiettati a vivere necessariamente tra il presente e il futuro non avendo più il luogo di infanzia e quel luogo oggi è loro. Chi è stato al Cretto subisce un effetto che è sintetizzato nel titolo della mostra di Francoforte, a quell’assenza che ti avvolge quasi ad annientarti subisci presenze
naturali - il vento, la luce - e la storia che prepotente esce dal pensiero di Burri.

“E l'arte, cosa fa? Riporta a noi le complesse conoscenze scientifiche, riconducendole alla nostra esperienza. Attraverso musica, poesia e forme visive, l'arte ci interroga sul significato di questo sapere per la nostra vita. Crea idee espanse ed esperienze sensoriali, che mirano a esplorare significati superiori e un senso più profondo. Sono le narrazioni e la loro interconnessione con il tutto che riconducono l'astrazione dei numeri e dei concetti all'esistenza individuale, intrecciandole e dando loro coerenza. “

La politica isolana, deve fare quadrato per questa candidatura prossima a Capitale dell’Arte Contemporanea per il 2026 di Gibellina, con azioni coerenti si che le divisioni possano andare oltre e forse la cultura avrà questo potere di generare un processo di osmosi tra sensibilità diverse. Abbiamo da venerdì nel cuore dell’Europa chi parla di una realtà siciliana, della provincia di Trapani in un museo prestigioso e mai come oggi si ha l’obbligo di cogliere questa opportunità anche attraverso lo sforzo di una Associazione privata, di un curatore illuminato e di un fotografo che ha restituito col suo occhio un tempo futuro

Giuseppe Prode

p.s. nel percorso della mostra poi c’è una prima assoluta ovvero Gibellina heartquake un progetto tra realtà virtuale e testimonianze che mirano a non far perdere memoria di quanto avvenuto. Questo progetto curato da Alberto Stabile_artista visuale, è stato finanziato attraverso la vittoria del bilancio partecipato del Comune di Gibellina 2021, ha raccolto moltissimi voti da parte degli abitanti della Città e la speranza è che dopo questa vetrina, il tutto possa essere replicato in altri musei e magari anche a Gibellina dove tutto iniziò



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