×
 
 
10/10/2024 09:00:00

 La polemica sulla Corte Costituzionale e la chat "infuocata" di Giorgia Meloni

La vicenda che ha scatenato l'ira della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sembra quasi richiamare il titolo del saggio storico di Alessandro Manzoni, Storia della colonna infame. La questione nasce dal voto del Parlamento in "seduta comune" per l'elezione di un giudice della Corte Costituzionale, necessario per ristabilire il plenum dell'organo, dopo la scadenza del mandato di un membro lo scorso novembre. Tale elezione richiede una maggioranza qualificata: i due terzi dei parlamentari nei primi tre scrutini e i tre quinti dal quarto scrutinio in poi.

In vista di questo voto, Meloni ha inviato un messaggio in una chat interna di Fratelli d’Italia, raccomandando con forza la partecipazione di tutti i parlamentari del partito. Il messaggio, molto esplicito, includeva l'ordine di evitare assenze programmate: "Attenzione, martedì 8 ottobre, ore 12.30, indispensabile la presenza di tutti al voto per la Corte costituzionale", scriveva Meloni, aggiungendo: "Eventuali missioni vanno rimandate o annullate".

Il contenuto della conversazione, reso pubblico, ha fatto infuriare la Presidente del Consiglio, che ha espresso il suo sdegno con parole dure: "L'infamia di pochi alla fine mi costringe a non avere più rapporti con i gruppi. Molto sconfortante davvero", ha scritto, riferendosi evidentemente alla fuga di informazioni dalla chat privata. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha suggerito una sorta di indagine interna per individuare il responsabile, riprendendo le parole della stessa Meloni: "Beh, però penso che lavorandoci un po', l'infame si trova". Ma la replica della Presidente è stata netta: "Questo è ovvio, pensi che non lo sappia già? Ma non cambia la natura delle cose". E ha concluso: "Posso portare tutti al voto. E mi conviene".

Il nodo della questione riguarda un principio fondamentale sancito dall'articolo 67 della Costituzione italiana: "Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato". Questo significa che deputati e senatori non devono rispondere a obblighi imposti da partiti o leader politici, e possono agire in totale autonomia. La richiesta di Meloni di presenza obbligatoria al voto, pertanto, sembra in contrasto con questo principio costituzionale, sollevando dubbi sulla legittimità dell’esortazione.

Al centro delle polemiche non vi è soltanto il tema della libertà dei parlamentari, ma anche la figura del consigliere giuridico del Presidente del Consiglio, la cui candidatura alla Corte Costituzionale ha fatto sollevare più di un sopracciglio. Considerato l'architetto della riforma costituzionale promossa dal governo, e ritenuto il "padre" del premierato, il consigliere è accusato di essere in conflitto d’interessi, data la sua vicinanza a Palazzo Chigi. Nonostante gli sforzi, alla fine, il giudice non è stato eletto.

La vicenda riflette una tensione più ampia all'interno del governo e del Parlamento, dove l'equilibrio tra i poteri e l’autonomia dei parlamentari continua a essere un tema delicato.

 

Vittorio Alfieri

 



STUDIO VIRA | 2025-04-09 10:50:00
https://www.tp24.it/immagini_articoli/09-04-2025/finanza-agevolata-per-il-settore-della-pesca-250.jpg

Finanza agevolata per il settore della pesca

Prossime scadenze Il 2025 ha spalancato nuovi scenari al settore della pesca in Sicilia. Con l’approvazione della legge che disciplina le strutture turistico-ricettive, le imprese ittiche potranno avviare attività connesse...