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07/10/2024 06:00:00

Il tentato femminicidio a Marsala, una violenza senza fine. 90 le donne uccise dal 1° gennaio

Una scena di terrore, un tentato femminicidio si è consumato questo fine settimana a Marsala. Un uomo di 55 anni ha tentato di uccidere l’ex moglie, 42enne, colpendola con un coltello da cucina davanti ai suoi genitori. L’uomo, dopo aver ferito gravemente la donna, si è allontanato in bicicletta ancora sporco di sangue, ma è stato arrestato poco dopo dai Carabinieri. La donna, trasportata al pronto soccorso dell'ospedale Paolo Borsellino, sebbene gravemente ferita, non è in pericolo di vita.

L'aggressione è avvenuta, in seguito all'ennesima lite tra i due ex coniugi, entrambi noti in città per aver gestito attività commerciali. Al centro del conflitto vi sarebbero stati i debiti accumulati negli anni e che avrebbe portato alla separazione già da qualche anno. Durante l’alterco, l’uomo ha afferrato un coltello da cucina e ha colpito la donna alla schiena, mentre i genitori della vittima cercavano di fermarlo. Dopo l'accoltellamento della donna, il 55enne è fuggito, ma è stato rapidamente rintracciato e arrestato nel centro cittadino, ancora coperto di sangue.

Trasportata d'urgenza in codice rosso all'ospedale di Marsala, la donna, è stata ricoverata in gravi condizioni, ma non rischia la vita. Le forze dell'ordine stanno proseguendo le indagini per recuperare l'arma del delitto e chiarire ulteriormente la dinamica dell’aggressione.

La coppia, che ha una figlia adolescente, non era nuova a episodi di violenza domestica. In passato, erano già stati segnalati conflitti e aggressioni. Questo dramma si inserisce in un contesto di violenza maschile sulle donne che, purtroppo, continua a ripetersi.

L’associazione Con Te Donna ha espresso parole di forte condanna, accusando le istituzioni di essere lente e inefficaci nel proteggere le vittime di violenza. Con Te Donna ha sottolineato come questo caso, l’ennesimo, mostri l’inadeguatezza delle misure contro la violenza domestica: "Ennesimo caso di violenza maschile sulle donne e di inerzia dello Stato. La responsabilità è personale, certamente, ma anche delle istituzioni, arroganti, tronfie, lente e imbarazzanti quando si tratta di violenza domestica. Accoltellata nella totale trascuratezza con cui lo Stato ignora le donne che chiedono tutela.
È incredibile che ancora non si abbia la consapevolezza che i violenti agiscono così: possono trasformarsi per un po', ma alla fine portano avanti la loro ossessione.
Troveranno sempre un modo per impedire alle vittime la libertà e l'autodeterminazione. Esattamente, ci sfugge cosa non sia chiaro in questo paradigma. Ci chiedono di parlare, noi parliamo, e questo è il risultato. Se siamo fortunate, sopravviviamo per raccontare, affrontiamo processi surreali e poi veniamo giudicate per lesa maestà del violento di turno. Proviamo dolore per quest’altra donna, siamo avvilite pensando a sua figlia adolescente, al destino che segnerà la sua anima. Avete pensato che
Poteva essere una vostra amica? Poteva essere vostra figlia? Noi ci pensiamo spesso. Non troviamo pace".

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Marsala, un anno fa il femminicidio di Marisa Leo - Il tentato femininicidio della donna di 42 anni a Marsala arriva ad un anno, era il 6 settembre 2023, quando la provincia di Trapani venne sconvolta dal tragico femminicidio di Marisa Leo, la donna di 39 anni, madre di una bambina di 4 anni. Il suo omicidio, avvenuto a Marsala, ha scosso profondamente la comunità, lasciando un segno indelebile. Marisa Leo fu uccisa dall'ex compagno Angelo Reina, 42 anni, padre della loro bambina. L'omicidio si è consumato in contrada Ferla, nell'azienda vivaistica della famiglia Reina, tra Marsala e Mazara del Vallo. Reina, con il pretesto di farle prendere la figlia, attirò Marisa in quel luogo, dove poi le sparò con un fucile, colpendola almeno tre volte allo stomaco. Dopo l'omicidio, l'uomo si allontanò in auto, percorrendo quaranta chilometri fino all'autostrada, dove si tolse la vita sparandosi alla testa nei pressi di Castellammare del Golfo.

Altro caso di violenza a Marsala, il caso di Lucrezia - L’ennesimo episodio di violenza nei confronti di una donna avvenuto a Marsala riporta alla mente il dramma di appena un anno fa, quando un’altra giovane donna, Lucrezia, vittima di violenza da parte dell'ex compagno. Qualche mese prima, stanca di subire continue violenze domestiche, più volte denunciate, aveva lasciato la casa che condivideva con lui. Tuttavia, quella scelta non bastò a metterla in salvo. La sera del 16 luglio 2023, mentre era in monopattino, venne investita dall’uomo con la sua auto. Il violento impatto le causò la frattura di una gamba e del bacino, ma il bilancio avrebbe potuto essere molto più tragico. L’incidente avvenne intorno alle 23.30, nella zona di via Salemi. Protagonisti della vicenda un 28enne disoccupato e la sua ex compagna di 22 anni, subito ricoverata all'ospedale “Paolo Borsellino” di Marsala, dove i medici decisero di sottoporla a un intervento chirurgico per l'inserimento di una placca metallica necessaria alla riduzione della frattura. Dopo l’investimento, l’uomo fuggì, ma venne fermato poco dopo dai Carabinieri. A chiamare i soccorsi furono alcuni abitanti della zona, allarmati dalle grida di aiuto e dai lamenti della giovane. La coppia aveva due bambini piccoli, che furono subito affidati ai genitori della ragazza.

La violenza nei confronti delle donne continua - E ora, a distanza di poco più di un anno, un nuovo caso scuote la comunità di Marsala. Nonostante le denunce e le misure di tutela, la violenza contro le donne sembra un problema ancora irrisolto. Solo in Italia, il numero delle donne vittime di violenza domestica continua a crescere, e troppo spesso lo Stato interviene troppo tardi. Dietro queste storie di cronaca nera, ci sono famiglie distrutte, figli costretti a crescere con traumi profondi, e una società che sembra ancora non essere in grado di affrontare la piaga della violenza sulle donne. 

In Italia in nei primi nove mesi dell'anno 90 donne uccise - Secondo l’ultimo report del Viminale, tra il 1° gennaio e il 1° ottobre 2024, sono state uccise 90 donne; di queste, 75 in ambito familiare o affettivo, e 47 per mano del partner o dell'ex partner. Quando si parla di uomini che uccidono le donne, il commento ricorrente è sempre lo stesso: “Bisognava agire prima.” Questa frase viene sussurrata dalle amiche, che conoscevano le liti ripetute ma non sapevano come intervenire, forse per paura; ritorna nei discorsi dei vicini che sentivano le urla risuonare tra le pareti e gli schiaffi rimbombare tra le mura. Secondo i dati Istat, il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni (circa 6 milioni e 788 mila) ha subito almeno una volta nella vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Di queste, il 13,6% ha subito violenze da parte del partner o ex partner: il 5,2% dal partner attuale e il 18,9% dall’ex partner. I dati mostrano che la maggior parte delle donne che hanno avuto un partner violento lo ha lasciato proprio a causa della violenza subita. Se consideriamo anche la violenza psicologica ed economica – ovvero comportamenti di umiliazione, controllo, intimidazione, e la privazione o limitazione dell’accesso alle risorse economiche personali o familiari – la percentuale di donne che ne sono vittime sale addirittura al 50%.



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