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05/10/2024 06:00:00

Marsala, il caso Grillo agita Fratelli d'Italia

 Fratelli d’Italia, il primo partito a livello nazionale e il secondo in Sicilia, subito dietro Forza Italia, vanta una presenza capillare tra consiglieri, assessori e amministratori locali. Tuttavia, a Marsala, sembra balbettare. Il sindaco Massimo Grillo, dopo mesi di interlocuzioni con i vertici nazionali del partito, ha manifestato l’intenzione di entrare nelle file di Fratelli d’Italia, bypassando volutamente la base locale e i dirigenti, e stringendo accordi con figure come Manlio Messina.

Questa mossa è curiosa, forse persino inopportuna. Grillo conosce bene le regole della politica, sia quelle scritte che quelle informali. È stato lui stesso a dichiarare più volte che gli organi locali devono essere rispettati in quanto rappresentano il partito sul territorio. Eppure, sembra ignorare queste stesse regole, dimostrando di preferire una politica di vertice piuttosto che il confronto con i rappresentanti locali. Non è certo un neofita: è stato capace di mettere insieme e poi frammentare il centrodestra, creando divisioni e conflitti tra le varie fazioni, dimostrando abilità nel muovere pedine e influenzare situazioni.

Ma perché questo ingresso in Fratelli d’Italia non si è ancora concretizzato? Il partito balbetta, pur avendo una presenza stabile in giunta sin dall’inizio del mandato di Grillo. Nonostante la permanenza in giunta, i meloniani sembrano reticenti ad accogliere Grillo nel partito. Questo crea una situazione di corto circuito: sostengono il sindaco, ma non lo vogliono come tesserato.

Questo è il caos della politica, dove l’obiettivo spesso è la conservazione del potere, piuttosto che la coerenza. È possibile che abbiano trovato il coraggio di opporsi formalmente a Grillo, ma non quello di lasciare i loro incarichi in giunta. Due consiglieri di Fratelli d’Italia siedono silenziosi in Sala delle Lapidi, attendendo che la decisione venga presa a livello provinciale o regionale.

Ma perché il partito dovrebbe rifiutare un sindaco che continua a sostenere? È una contraddizione che richiede spiegazioni politiche e amministrative. Fratelli d’Italia non può permettersi di fare il "Ponzio Pilato" in questa situazione. La loro ambiguità rischia di indebolire la loro stessa credibilità, dimostrando una leadership locale fragile e una crescita stentata.

Nel frattempo, Grillo dovrebbe chiarire perché vuole entrare in Fratelli d’Italia. Si ha l’impressione che la scelta del partito sia strumentale, dettata da convenienze personali più che da un sincero allineamento ai valori del partito. L'adesione a un partito dovrebbe essere motivata da ideali condivisi, non solo dalla ricerca di candidature o di spazio politico.

In mezzo a tutto questo, il cittadino medio, osservatore e votante, rimane confuso. Il caos e la mancanza di chiarezza minano la fiducia nell’intero sistema politico. E chi paga il prezzo più alto di questa confusione è proprio Fratelli d’Italia, che vede compromessa la propria immagine e la propria coerenza.

Sia il sindaco Grillo che Fratelli d’Italia devono spiegare chiaramente le loro mosse. Perché i meloniani non escono dalla giunta? Perché Grillo non dovrebbe entrare nel partito che lo sta sostenendo? È un gioco di potere o una strategia politica confusa?

Qualunque sia la risposta, ciò che emerge è una politica che appare sempre più distaccata dalle reali esigenze e aspettative dei cittadini, perdendosi in logiche di partito e di potere.