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05/10/2024 08:28:00

L'inchiesta sulla preside "antimafia" di Palermo si allarga. Altri 11 indagati

  Si allarga l'inchiesta che, ad aprile del 2023, portò all'arresto per corruzione e peculato della preside palermitana Daniela Lo Verde, nota per le sue battaglie antimafia, e del suo vice Daniele Agosta (originario di Salemi).

I due furono accusati, tra l'altro, di essersi appropriati di pacchi alimentari acquistati con i fondi europei e destinati alla mensa dell'istituto Giovanni Falcone.

I magistrati dell'ufficio palermitano della Procura Europea, che hanno continuato a indagare, hanno emesso un provvedimento di sequestro preventivo nei confronti di 11 persone. Le misure, emesse dal gip su richiesta dei pm della Procura Europea (Eppo) Gery Ferrara e Amelia Luise, sono state eseguite dai carabinieri del nucleo Investigativo del comando provinciale di Palermo. Le ipotesi di reato sono falso, truffa e induzione indebita.

 

 
E' stata un'ex insegnante della scuola Falcone dello Zen di Palermo a denunciare che i numerosi progetti finanziati dall'Unione Europea su richiesta dell'istituto non venissero attuati in maniera diligente e completa. Dall'esposto è nata l'inchiesta della Procura Europea che ha portato, un anno e mezzo fa, all'arresto della preside Daniela Lo Verde e oggi a provvedimenti di sequestro a carico di docenti e collaboratori scolastici. Secondo quanto emerso dall'inchiesta, era prassi fra i docenti raccogliere le firme degli alunni su foglie presenza e non contestualmente durante le ore di svolgimento dei progetti finanziati, poiché per lo più le attività venivano disertate dagli studenti. Capitava spesso che le firme venissero raccolte addirittura ad inizio d'anno scolastico. Alcune insegnanti hanno riferito di essere state convocate in presidenza per mettere a posto le pratiche e per cercare di trovare le firme necessarie ad attestare la presenza. Nella denuncia la professoressa, che adesso insegna in un'altra scuola, ha fornito anche audio whatsapp nei quali le docenti raccontavano quanto accadeva.

Le indagini hanno consentito di accertare come la Lo Verde e il vice preside, con la complicità ed in concorso con insegnanti e collaboratori scolastici, esperti o tutor in progetti Pon realizzati con fondi comunitari, per accaparrarsi i finanziamenti, attestavano il regolare svolgimento delle attività, di fatto mai realizzate o portate a termine solo in parte.