Si aprirà l'8 gennaio 2025, davanti al Giudice del Tribunale di Trapani, il processo a carico di un pediatra, accusato di omicidio colposo per la morte di Giorgio, un bambino di cinque anni deceduto nel giugno 2023 all'ospedale "Di Cristina" di Palermo a causa di una peritonite acuta. Il rinvio a giudizio è stato disposto dal GUP del Tribunale di Trapani al termine dell'udienza preliminare, in cui l'Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani si è costituita come responsabile civile.
I genitori del piccolo Giorgio, rappresentati dall’avvocato Massimiliano Fabio, si sono costituiti parte civile, chiedendo che fossero chiarite le responsabilità dietro la tragedia che ha sconvolto la loro vita. Il pediatra è accusato di negligenza e mancanza di diligenza nelle cure prestate al bambino, dopo che i genitori avevano ripetutamente richiesto un intervento urgente a causa dei gravi sintomi manifestati dal figlio.
Secondo l'accusa, il medico avrebbe manifestato un atteggiamento di insofferenza di fronte alle preoccupazioni dei genitori, sottovalutando la gravità della situazione e diagnosticando una comune gastroenterite, senza procedere a ulteriori accertamenti. Nonostante il bambino presentasse segni evidenti di astenia e stato soporoso, la visita ambulatoriale si sarebbe conclusa in modo superficiale.
Purtroppo, 24 ore dopo, il bambino si aggravò e venne trasportato d'urgenza all'ospedale di Trapani, dove fu operato per un’appendicite acuta con peritonite. Successivamente trasferito all'ospedale dei bambini di Palermo, il piccolo morì il 29 giugno, tre giorni dopo la visita ambulatoriale.
Il processo sarà basato anche sulla perizia medica eseguita da un collegio di esperti, che ha escluso negligenze nell'operato dei sanitari delle strutture ospedaliere, mentre l'accusa si concentra sulla condotta del pediatra. L’avvocato Massimiliano Fabio ha dichiarato: "Ci rimettiamo con piena fiducia alle valutazioni degli organi di giustizia", aggiungendo che la consulenza tecnica degli esperti rappresenta un passo cruciale per accertare ogni possibile responsabilità, anche se nulla potrà mai alleviare il dolore dei genitori per la perdita subita.