La Corte di Appello di Palermo, sezione lavoro, ha recentemente emesso una sentenza che obbliga Poste Italiane ad assumere P.S., un 45enne di Castelvetrano, e a versargli oltre 50 mila euro per differenze retributive accumulate.
Dal 2009, P.S. ha prestato servizio per diverse ditte private che collaboravano con Poste Italiane, svolgendo mansioni paragonabili a quelle dei dipendenti ufficiali. Queste aziende esterne gestivano lo smistamento della posta, che veniva poi consegnata dai portalettere. Secondo l’avvocato Francesco Salvo, che ha seguito il caso, si sarebbe verificata un’interposizione fittizia di manodopera, in quanto P.S. avrebbe lavorato sotto le direttive di Poste Italiane, seguendo orari e mansioni presso il centro di smistamento di Castelvetrano.
In prima istanza, il Tribunale di Marsala aveva respinto il ricorso, nonostante la testimonianza di vari direttori degli uffici postali presso i quali l’uomo aveva operato. Insoddisfatto della decisione, P.S. ha presentato ricorso in appello. La Corte di Appello ha quindi riconosciuto la validità delle argomentazioni della difesa, condannando Poste Italiane ad assumere il lavoratore con un contratto a tempo indeterminato nel ruolo di autista, oltre a versargli le differenze salariali dovute in base al C.C.N.L. (Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro). Poste Italiane ha già ottemperato alla sentenza, ma ha espresso l’intenzione di portare la questione davanti alla Corte di Cassazione.