Doveva essere una normale escursione turistica tra le acque cristalline di Capo Ponente, una delle estremità di Lampedusa. Ma quella che si è rivelata una tragica situazione ha trasformato un gruppo di turisti in veri e propri eroi. È successo la mattina del 25 settembre, quando alcuni clienti dell’hotel Sole, a bordo della barca Maria Sole capitanata dal comandante Franco Ruggiero, si sono trovati di fronte a una scena drammatica: un barchino carico di oltre 50 persone, in gran parte migranti, stava per affondare.
Il barchino, sovraccarico e instabile, aveva cominciato a imbarcare acqua fino a sprofondare nelle acque del Mediterraneo. Mentre il capitano Franco metteva in sicurezza gli ospiti sotto coperta, alcuni dei turisti si sono uniti agli sforzi del salvataggio, lanciandosi in una missione che sarebbe rimasta impressa nelle loro memorie per sempre.
A supportarli è arrivata un’altra imbarcazione turistica, la Jamaica, che ha affiancato la Maria Sole nel disperato tentativo di salvare quante più vite umane possibile. Grazie alla prontezza e al coraggio dei due equipaggi, quasi tutti i migranti sono stati tratti in salvo. Tuttavia, nonostante gli sforzi congiunti, il destino di un neonato e di un ragazzino di 10 anni ha avuto un epilogo tragico. "Lo vedevamo risalire in acqua e poi sprofondare giù", hanno raccontato con dolore i testimoni.
I turisti, per molti dei quali quella era la prima volta sull’isola di Lampedusa, si sono ritrovati a fare i conti con una realtà ben lontana dalle aspettative di una vacanza. Quello che doveva essere un giorno di relax si è trasformato in una battaglia per la vita. "Ci siamo trovati a diventare pescatori di vite umane", hanno dichiarato, esprimendo il profondo dolore di non aver potuto salvare tutti.
Lampedusa continua a essere un punto cruciale nel dramma delle migrazioni nel Mediterraneo, ma in questo caso ha visto l'inaspettata partecipazione di turisti che, da spettatori della bellezza dell'isola, sono diventati protagonisti di un atto di grande umanità.