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24/09/2024 09:55:00

Il primario trapanese Gaspare Monaco: 'Non tornerei a lavorare in Sicilia, troppi limiti nella sanità dell'Isola"

 Il dottor Gaspare Monaco, trapanese di nascita e primario di Oftalmologia al Policlinico San Donato di Milano, ha rilasciato un’intervista a Repubblica in cui esprime chiaramente il motivo per cui non tornerebbe a lavorare in Sicilia, nonostante la sua profonda connessione con l'Isola.

Secondo Monaco, il divario tra gli ospedali del Nord e quelli del Sud è ancora enorme. Nonostante negli ultimi dieci anni ci siano stati miglioramenti significativi, specialmente grazie alla presenza di medici altamente qualificati, la fiducia dei siciliani nella sanità locale è stata irrimediabilmente compromessa. "C’è una diffusa sfiducia che spinge molti pazienti a intraprendere lunghi e costosi viaggi della speranza verso il Nord, dove pensano di poter contare su cure migliori", afferma Monaco.

Uno dei principali problemi evidenziati dal primario è quello delle lunghe liste d'attesa. Se a Milano il tempo per un intervento può variare dai tre ai sei mesi, al Sud, in alcuni casi, si arriva ad attendere oltre un anno. "I pazienti siciliani si trovano spesso intrappolati tra liste d’attesa interminabili e strutture sanitarie che cadono a pezzi", racconta Monaco, spiegando come ciò influenzi negativamente la percezione della sanità siciliana.

Ma non sono solo le liste d’attesa a preoccupare i pazienti. Monaco sottolinea come al Nord si trovino strutture d’eccellenza dotate di macchinari moderni e avanzati, e personale medico altamente formato. "Non si tratta solo di eseguire operazioni: qui i medici ascoltano a fondo i pazienti e, quando necessario, sconsigliano persino l’intervento, mettendo al primo posto il benessere del paziente", afferma.

Quando gli viene chiesto cosa servirebbe alla Sicilia per colmare questo divario, Monaco risponde chiaramente: "Servono investimenti da parte di grandi gruppi nazionali e internazionali e una maggiore aziendalizzazione degli ospedali. Tuttavia, per attrarre questi investitori, bisogna mettere da parte certi condizionamenti politici che spesso frenano lo sviluppo delle strutture pubbliche."

Il dottor Monaco riconosce che il fenomeno della migrazione verso il Nord non riguarda solo i pazienti, ma anche i medici. Al Sud, spiega, molti professionisti devono affrontare anni di gavetta con l’ambizione di ottenere posti secondari in piccole strutture di provincia. Al Nord, invece, le opportunità per chi dimostra di essere capace sono molto maggiori, tanto da rendere Milano una destinazione attraente per molti giovani talenti siciliani, sia per la formazione universitaria sia per lo sviluppo della carriera.

Riguardo alla sua esperienza personale, Monaco conferma di non essersi mai pentito della sua scelta di trasferirsi a Milano. "Ho studiato all'università qui e questo mi ha dato un vantaggio in termini di formazione. Non tornerei in Sicilia, perché non potrei lavorare con gli standard a cui sono abituato", conclude, raccontando anche di colleghi siciliani di grande fama che hanno deciso di tornare nell’Isola, ma che purtroppo hanno avuto esperienze deludenti.