Un possibile ritorno dei pescherecci di Mazara del Vallo nelle acque libiche, notoriamente pericolose per i frequenti attacchi e sequestri da parte delle autorità locali, sembra farsi strada grazie a un nuovo accordo tra armatori mazaresi e imprenditori del settore ittico libico.
Lo scorso fine settimana, a Bengasi, è stato siglato un’intesa preliminare che potrebbe coinvolgere sei imbarcazioni mazaresi per la pesca del prezioso Gambero rosso all’interno della Zona di Protezione della Pesca (ZPP), una vasta area di mare libica.
Secondo uno degli armatori mazaresi coinvolti, l’accordo garantirebbe cinque anni di attività nella ZPP, una fascia marina che si estende dalla costa libica fino a 74 miglia. L'intesa prevede che costi e profitti vengano equamente divisi tra le due parti, offrendo una potenziale soluzione a lungo termine per i pescherecci mazaresi, che da anni affrontano difficoltà nell’accedere alle acque libiche.
La possibilità di una collaborazione con la Libia ha diviso la comunità degli armatori e dei pescatori mazaresi. Alcuni vedono in questa iniziativa un'opportunità economica vantaggiosa, sottolineando che le acque libiche sono ricche di risorse e meno sfruttate rispetto ad altre zone. Altri, invece, esprimono scetticismo e timori, ricordando i rischi legati all'instabilità del governo libico e alle frequenti tensioni con le autorità militari locali, che in passato, come sappiamo hanno portato a sequestri e attacchi ai pescherecci siciliani (qui ricordiamo la vicenda del due pescherecci mazaresi Antartide e Medinea, sequestrati la notte dell'1 settembre 2020 al largo di Bengasi, con a bordo i 18 marittimi che sono rimasti in Libia per diversi mesi)
Una delegazione di imprenditori della marineria di Mazara del Vallo ha incontrato rappresentanti libici del settore della pesca per discutere un piano di collaborazione più ampio. Il gruppo, composto da Gaspare Asaro, Maurizio Giacalone e Gaspare Billardello, ha sottolineato l’importanza di costruire un ponte economico tra Italia e Libia. L’obiettivo principale è sviluppare una gestione condivisa e responsabile delle risorse ittiche, nel rispetto delle normative internazionali e con un occhio di riguardo alla tutela dell’ambiente marino.
“Questa collaborazione rappresenta un passo avanti per garantire nuove opportunità economiche per la nostra comunità”, hanno dichiarato gli armatori. “Tuttavia, è fondamentale che la politica italiana ci supporti. Il futuro della pesca si gioca anche qui, e siamo pronti a cogliere questa occasione.”
L'accordo, come detto, prevede la possibilità per i pescherecci mazaresi tornino a pescare nelle acque libiche, nonostante queste siano state unilateralmente dichiarate zona protetta dalla Libia nel 2005, una decisione non riconosciuta né dall’Italia né da organismi internazionali. La zona, ricadente in parte in acque internazionali, è stata storicamente teatro di pesca per le imbarcazioni siciliane, che da anni lottano per poter tornare a operare senza rischiare sequestri o scontri con le motovedette libiche.
Nonostante i pericoli, vi è stato in passato un tentativo di risolvere il contenzioso attraverso accordi privati, che prevedevano il pagamento di una licenza temporanea per poter pescare legalmente in quelle acque. Tuttavia, tali accordi furono scoraggiati dal governo italiano, lasciando aperta la questione sull’accesso sicuro a queste acque da parte dei pescherecci siciliani.
Ora, con questo nuovo tentativo di collaborazione, gli armatori mazaresi sperano di aprire una nuova fase di cooperazione con la Libia, pur restando consapevoli dei rischi legati a un territorio ancora instabile.