Ogni anno, la provincia di Trapani, e in particolare la zona dell’agro ericino, è teatro di devastanti incendi boschivi che riducono in cenere ettari di verde, macchia mediterranea e alberi. Lo schema sembra ripetersi sempre allo stesso modo: si attende l’arrivo del vento di scirocco, e all’imbrunire, quando i mezzi aerei antincendio come elicotteri e Canadair non possono operare, i piromani colpiscono, devastando il territorio con precisione e impunità.
L’associazione Erythros esprime profonda preoccupazione per la sistematicità di questi eventi, che ogni anno danneggiano gravemente aree come Erice, San Vito Lo Capo, Custonaci, Buseto Palizzolo e Castellammare del Golfo. Nonostante le ripetute riunioni in Prefettura tra forze dell'ordine, autorità locali e società incaricate della gestione dei velivoli antincendio, sembra che poco venga fatto in termini di prevenzione. Ogni estate si torna a gestire l’emergenza, anziché evitare che queste situazioni si ripetano.
Secondo Erythros, le indagini hanno raramente portato all’individuazione dei responsabili e ancor meno dei mandanti, rendendo difficile comprendere i motivi dietro questi atti criminali. L’associazione sottolinea l’urgenza di attuare misure di prevenzione più incisive, a lungo discusse ma mai realmente implementate. Tra queste: l'impiego dell’esercito per un pattugliamento più capillare del territorio, una misura sperimentata in passato ma mai riproposta; il rafforzamento delle forze forestali e la creazione di serbatoi d’acqua nelle zone ancora integre; l’utilizzo di droni per un monitoraggio continuo e telecamere nei punti strategici, spesso punti di origine degli incendi; un maggiore coordinamento dei mezzi aerei, spesso insufficienti e impegnati su più fronti.
Erythros propone inoltre l’istituzione di una task force investigativa interforze, simile alla DIA, per individuare non solo i piromani ma soprattutto i mandanti, in quanto appare improbabile che tali crimini siano orchestrati da semplici contadini o allevatori. Serve un approccio investigativo più strutturato e continuo, per fermare questo ciclo distruttivo che ogni anno colpisce il patrimonio naturale del territorio trapanese.
L’associazione conclude chiedendo azioni concrete e operative dalle riunioni in Prefettura, invitando le istituzioni a prendere provvedimenti finalmente efficaci per proteggere il territorio e prevenire nuove devastazioni.