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12/09/2024 06:00:00

Nomine e malesseri nella sanità trapanese

 Nel complesso quadro dei ruoli della Sanità, nell’ancora più caotico caso che si stava sollevando, alcune regole andrebbero rese fluide e lineari soprattutto per ragioni di opportunità.


Dai deputati regionali di opposizione, che hanno capito che era strumentale soffiare sul vento del malcontento politico, ai medici che si sono legittimamente espressi.

Ci sono questioni che, snocciolate, riportano ad un passato, che poi non è stato così demonizzato.
Non è la politica, seppure piaccia farla passare così, ad occupare caselle, a cannibalizzare, a posizionare. E’ il gioco delle parti. Perchè tutti sanno ma nessuno dice che i medici sono politicizzati, c’è chi ondeggia per trovare un posto al sole, c’è chi è sempre fermo nella sua posizione, c’è chi per fare carriera decide di abbracciare il padrino politico, così si consumano feste, incontri, cene. Nulla di male. Ma non si può pensare di alimentare un fuoco quando davanti al falò si è seduti dalla prima ora, non certo per un atto di antico romanticismo.

L’appartenenza territoriale ha la grande certezza di conoscere le più piccole mattonelle di ogni ospedale, però ha pure l’altro lato della medaglia.
E, con buona pace di tutti, le nomine non sono un concorso a premi, nemmeno un congresso di partito, dove peraltro viene tutto già stabilito a tavolino, quindi acclamazione. Le nomine in Sanità, che si nutrono sempre di fitto e reciproco dialogo con gli attori del territorio, rispondono alla Regione, agli indirizzi, valutazioni e proposte espresse dagli organismi preposti, contemperandoli con le esigenze locali.
In quest’ottica un Direttore Generale si nomina con il Direttore amministrativo e il Direttore sanitario d’azienda, costituendo la Direzione Aziendale, che garantisce nella sua collegialità l’unitarietà delle funzioni d’ indirizzo, programmazione e controllo. Oltre ai requisiti richiesti per legge le nomine avvengono su un rapporto fiduciario, una scelta di carattere “tecnico-discrezionale”.

I malesseri che ci sono stati, e ancora ora con difficoltà si soffocano, sono frutto  sì di attenzione per il territorio ma anche di un delicato, e malcelato, equilibrio per il rinnovo, ad esempio, dei vertici dell’Ordine dei Medici della Provincia di Trapani.
Bisogna comprendere, più facilmente svelare, quando fa ragionevolmente comodo avere la politica a fianco e quando, invece, si urla al paventato e non conclamato scandalo.

Andando indietro negli anni: nel 2009 assumeva l’incarico come Direttore Generale dell’ASP di Trapani Fabrizio De Nicola, incarico che mantenne fino al 2017, anno in cui ha deciso di dimettersi. Nel 2012 l’allora De Nicola nominò Fabrizio di Bella Direttore amministrativo, e il 30 novembre sempre del 2012 Cono Osvaldo Ernandez ha preso il posto di Maria Concetta Martorana nella qualità di Direttore sanitario. Tutti i nomi indicati non erano originari della provincia di Trapani. Nel 2015 Walter Messina è stato nominato Direttore amministrativo, ad aprile dello stesso anno Antonio Siracusa arrivava al Sanitario. Siracusa è alcamese, quindi non è vero che il territorio è stato sempre colonizzato.
Alle dimissioni di De Nicola è arrivato come Commissario dell’ASP Giovanni Bavetta, che aveva con sé all’Amministrativo Rosanna Oliva, al Sanitario Antonio Siracusa.

Nel 2018 Salvatore Requirez fu Direttore sanitario, arrivava dall’ ASP di Palermo e di Enna, prima ancora dall’ Azienda ospedaliera Villa Sofia.
Nel 2020 è arrivato Paolo Zappala al vertice dell’azienda con Gioacchino Oddo Direttore sanitario e Sergio Consagra amministrativo, entrambi palermitani.

Poi fu la volta di Vincenzo Spera commissario con al Sanitario Maria Grazia Furnari e all’ Amministrativo Ornella Monasteri, la prima palermitana e la seconda di Enna.

Finita l’era dei commissariamenti c’è il Direttore Generale Ferdinando Croce, che guida l’Azienda Sanitaria Provinciale numero 9, che ha indicato al Sanitario Gaetano Migliazzo, della provincia di Palermo, e all’Amministrativo un trapanese, Danilo Palazzolo.