Giuseppe Cimarosa ha la capacità di far danzare ogni cosa. Chi ha assistito al suo ultimo spettacolo a Selinunte ha potuto vivere un'estasi armoniosa che tutto abbraccia, coinvolge e attrae: attori, cavalli, musiche, luci, canti... ogni elemento partecipa alla magia, creando un vortice ipnotico che travolge lo spettatore fino a fargli perdere il senso del tempo e dello spazio. Un vero attentato ai sensi, che esultano, incapaci di contenere l’esplosione delle emozioni che si fanno ingestibili. Tutto danza, persino le pietre antiche del tempio sembrano muoversi a ritmo con l’energia che permea la scena.
Giuseppe Cimarosa incarna il centauro del mito, in un'intersezione perfetta tra uomo e cavallo. La simbiosi tra il suo corpo e quello del destriero è una manifestazione visibile di meraviglia e stupore, dove la grazia e la forza si uniscono in un tutt'uno indissolubile. L’anima equina e quella umana si fondono in una comunione quasi mistica, che diventa simbolo della relazione tra l’uomo e la natura. Qui, la bellezza non è un concetto astratto, ma un’esperienza vissuta, tangibile. Il cavallo diventa il tramite, il ponte tra la terra e il cielo, la luce e la materia, purificando tutto ciò che tocca. È una redenzione necessaria, un percorso verso l’armonia, che solo l’arte, con la sua grande ostinazione, continua a mostrare con tanta chiarezza.
Lux, il nome dello spettacolo messo in scena il 31 agosto a Selinunte, è una produzione imponente che nasce dalla collaborazione tra Uaipre-Ancce Italia (Associazione Italiana Pura Raza Española), Coop Culture, e il Parco Archeologico di Selinunte. Grazie anche al supporto di Omar Selvi, questa creazione ha portato in vita un atto unico di 80 minuti, un’opera magistrale di teatro equestre, dove il teatro classico incontra la potenza della natura. Davanti alla maestosa peristasi destra dell'Heraion, sette cavalli imponenti hanno recitato insieme a 22 performer tra cavalieri, attori, cantanti, e musicisti, creando un’esperienza visiva e sonora senza eguali.
Lo spettacolo si muove come una sinfonia visiva, in cui ogni nota è incarnata da una movenza, ogni silenzio diventa un momento di attesa sospesa. Le luci, i suoni, i canti e i cavalli si fondono in un crescendo che sfiora il sublime, trasportando lo spettatore in un'altra dimensione, in cui l'anima si sente liberata, purificata. La maestosità dei cavalli, creature nobili e potenti, diventa il cuore pulsante dell’opera, mentre la regia di Cimarosa si trasforma in un’arte totale, che coinvolge corpo, mente e spirito.
In scena: Giuseppe Cimarosa, Eleonora Giudizi, Salvino Martinciglio, Alessandra Lamia, Mariele Chiara, Giuseppe Schifano, Vincenzo Maggio, Francesca Schirè, Angelo Fucarino, Pamela Pulvirenti, Antonino Currò, Elena Pizzo, Francesca Messana, Simona Puleo, Amalia Catania, Serena Buscemi, Irene Pascale, Flavio Rubino, Giuseppe Riserbato. Tamburi aragonesi di Giuseppe D'Alberti.
Katia Regina