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08/09/2024 06:00:00

Marsala, tra crisi culturale e opportunità mancate

 Marsala è una Città viva.
Marsala è una Città in coma depassé.


Marsala è una comunità come tante altre, che vive un tempo interiore di crisi profonda e dove spesso le risposte se arrivano, sono tardive.
Per abitudine osservo, dove cammino dove vivo e non riesco ad essere indifferente al contesto che abito, da laico impenitente poi - fatico a non schierarmi di fronte a cose oggettive - e comprendo che è un limite, da tempo me ne sono fatto una ragione.
Viviamo una dimensione di azioni e di comportamenti dove tutto è tracciato o quasi, che siano le nostre comunicazioni o altro, ma parlando di welfare culturale questa Politica sul fronte Cultura, che visione ha o vorrebbe lasciare?
Non parlo di quanto avvenuto all’ex Ministro della Cultura del nostro Paese in questi giorni, navigo ai nostri paralleli: qual è il pensiero nella fattispecie? Oggi tutto viaggia ad una dimensione diversa rispetto al passato, è nelle cose, e questo essere giustamente aderenti a questo tempo porta ad un costante aggiornamento magari in rete autentica e non sulla carta con dimensioni nazionali dove poter far arrivare la tua voce anche se sei ai confini dell’impero.

Difficile forse, ma non impossibile.
Programmazione e visione sono due concetti che vanno di pari passo: il privato tra difficoltà note a chi dell’ambito le conosce nei dettagli, ma il pubblico perché fatica?

Eppure strumenti per rendere fluido un pensiero e una visione ci sono, e se non riesci - come accade in molte realtà amministrative in Italia e altrove - a essere conseguente e coerente, si potrebbero costruire percorsi autonomi e intraprendere la messe incredibile di opportunità finanziarie e non solo che oggi il mercato offre. Lo devi programmare però, devi fermare le macchine e mettere nero su bianco idee che poi prenderanno forma: la traccia da lasciare a futura memoria. Può creare malumori, un cambio rotta porta anche a questo, ma è necessario.
Fondazioni sic et simpliciter fondazioni di comunità, altre forme che consentano strade dove ottimizzi e valorizzi beni immobili, altrimenti avrai sempre difficoltà di gestione anche nel minuto mantenimento.

Abbiamo teatri, un prestigioso contenitore che è l’Ente Mostra di Pittura, una fabbrica delle idee quale dovrebbe essere il Complesso Monumentale di San Pietro, piccoli “Spasimo” in centro storico e freno l’elenco eppure qualcosa a questa splendida Città manca.
Ho rivisto per caso una persona a me cara - Nino Rosolia già Assessore alla Cultura trent’anni addietro - e non ho rivangato con lui “ah quando c’era il Festival Jazz” o altre amenità noiose, gli ho semplicemente chiesto quando avevano il vento in poppa del perché la Politica non fece scelte lungimiranti al tempo, quale la costituzione di una Fondazione per la programmazione e gestione di una qualcosa che sbocciò all’improvviso e che poi avrebbe avuto la necessità di professionalità diverse. Se mai dovesse scrivere una memoria di quel tempo irripetibile, i più sapranno il costo delle non scelte.
Ovviamente lui la Fondazione l’avrebbe voluta…
Parlo di Welfare culturale perché il divario tra chi ha e chi meno è sempre più profondo, e forse un pensiero politico alto e di visione potrebbe tracciare linee per una perequazione di un futuro diverso.
Non posso pensare che siamo diventati solo osti e affittacamere, ho la presunzione di dire che siamo qualcosa in più. Viviamo la contiguità con beni culturali che sono la nostra identità, anche un Parco Archeologico di prossimità, eppure è come se mancassero i fili per comunicare in una lingua contemporanea e aderente alle esigenze dell’oggi.


Ho letto la Relazione del Sindaco sull’Attuazione del Programma 2022-2023, e sul fronte Cultura ho trovato poco (su ciò che concerne la visione): amministrare è materia complessa, e provo a mettermi nelle scarpe di chi lo fa, ma allo stesso tempo ogni tanto magari porsi in ascolto e leggere o sentire chi ha un punto di vista diverso che non è contrapposto, anzi.
Non mi coglierà la stanchezza a scrivere e costruire per una visione diversa, diversamente mi sentirei correo; ci si alza insieme e forse potremmo contribuire alla formazione di una classe dirigente diversa, dove anche una prova teatrale aperta al pubblico o un quadro in trasferta in una contrada lontana dal centro Città possono far sentire meno distopico tutto.

p.s. queste poche righe vorrebbero essere un invito a riflettere e magari con le migliori energie, aprirsi ad un confronto di idee - senza tavoli da convocare - Marsala ha la necessità di cambiamenti radicali e di una identità forte sul fronte della Cultura, e senza la Politica tutto resta un omaggio a Raymond Queneau ovvero un esercizio di stile


Giuseppe Prode