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01/09/2024 09:08:00

Un anno fa la strage di Brandizzo. 5 operai travolti da un treno, tra le vittime un marsalese

È trascorso un anno dalla terribile notte tra il 30 e il 31 agosto 2023, quando cinque operai persero tragicamente la vita sulla linea ferroviaria Torino-Milano, nei pressi di Brandizzo. Kevin Laganà, Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Giuseppe Aversa e Giuseppe Saverio Lombardo, quest'ultimo originario di Marsala, furono travolti da un treno che viaggiava a circa 160 chilometri orari mentre erano impegnati in lavori lungo i binari. La tragedia scosse profondamente l’Italia, suscitando commozione e indignazione.

 Le cinque vittime della strage di Brandizzo erano uomini legati al lavoro e alla famiglia, con vite e sogni spezzati in modo brutale.

Michael Zanera, 34 anni, lavorava per la Sigifer come saldatore dal 2019. Amava i social media e spesso condivideva momenti della sua vita lavorativa su TikTok. Kevin Laganà, di appena 22 anni, era il più giovane del gruppo. Di origini siciliane, era profondamente legato alla famiglia e amava pubblicare foto e video che lo ritraevano con i suoi cari. Giuseppe Sorvillo, 43 anni, viveva a Brandizzo ma era originario di Capua. Padre di due bambini di 7 e 9 anni, Sorvillo amava lo sport e le gite in montagna. Il più anziano del gruppo era Saverio Giuseppe Lombardo, 52 anni, originario di Marsala, emigrato nel 2001. Lombardo era sposato e padre di un figlio. Infine, Giuseppe Aversa, 49 anni, di Chivasso, viveva da circa dieci anni a Borgo d’Ale, dove si prendeva cura della madre in una cascina ristrutturata.

 Le indagini sulla strage di Brandizzo, condotte dalla Procura di Ivrea, sono ancora in corso e hanno portato all’iscrizione di 15 persone nel registro degli indagati. Tra questi, Antonio Massa, all’epoca caposcorta di Rete Ferroviaria Italiana (RFI), e Andrea Gibin Girardin, capocantiere della Sigifer, azienda incaricata di svolgere i lavori di manutenzione. Le accuse mosse contro di loro sono gravissime: disastro ferroviario e omicidio con dolo eventuale.

Secondo quanto emerso finora, sembra che gli operai abbiano aperto il cantiere prima di ricevere l'autorizzazione ufficiale. Il via libera sarebbe stato dato dal caposcorta di RFI nonostante la dirigente di movimento avesse comunicato il passaggio di un treno in ritardo. Oltre a Massa e Girardin, sono indagati anche il direttore generale di Sigifer, Franco Sirianni, il direttore tecnico Cristian Geraci, la legale rappresentante Simona Sirianni e il socio Daniele Sirianni. Per loro, le accuse sono di disastro e omicidio colposi, le stesse che vengono contestate anche a due dirigenti di RFI, Gaetano Pitisci e Andrea Bregolato. Tra gli indagati figurano anche tre manager della Clf, una società bolognese che aveva subappaltato i lavori alla Sigifer, tra cui l’amministratore delegato Enrico Peola.