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30/08/2024 13:15:00

Il gestaccio al PalaDozza e il Daspo. Antonini fa ricorso al Tar

 Il 9 giugno scorso, al PalaDozza di Bologna, si giocava una partita decisiva: gara quattro tra Trapani e Fortitudo, con in palio la promozione in Serie A. Durante l’ultimo quarto, a pochi secondi dalla fine, il presidente degli Shark, Valerio Antonini, è stato protagonista di un gesto controverso: dopo un tiro libero sbagliato da Freeman, Antonini ha fatto il gesto dell’ombrello, un movimento che ha cercato poi di camuffare grattandosi la testa. Tuttavia, il gesto non è sfuggito né agli avversari né all’Anticrimine, che ha portato la Questura a notificargli un Daspo il 13 luglio.

Il Daspo prevede per Antonini un’interdizione di un anno dalle partite di basket, ad eccezione di quelle della sua squadra, alle quali può partecipare con alcune restrizioni, come entrare dieci minuti dopo l’inizio della partita e uscire dieci minuti prima della fine. Tuttavia, il presidente degli Shark ha trovato il provvedimento inaccettabile e ha deciso di fare ricorso al TAR, supportato dai suoi avvocati Gabriele Bordoni e Carlo Zaccarini.

Nel ricorso presentato, i legali di Antonini hanno allegato una serie di esempi di precedenti illustri nel mondo dello sport, in cui gesti simili sono stati tollerati senza conseguenze così severe. Tra i casi citati c’è quello del sindaco di Trieste, che, durante una partita di basket di Serie A2, mostrò entrambe le dita medie a un giocatore avversario, suscitando scalpore ma senza gravi ripercussioni. Altri esempi provengono dal mondo del calcio, con Massimo Moratti che fece il gesto dell’ombrello a Ronaldo dopo un gol nel derby del 2007, o le provocazioni di figure come Claudio Lotito e Adriano Galliani.

L’avvocato Bordoni ha sottolineato come il gesto di Antonini sia stato un momento di esaltazione sportiva, privo di potenzialità di innescare situazioni di pericolo. "Il punto del Daspo non è invitare alla buona educazione, ma evitare situazioni di pericolo. Qui non ce n’erano", ha dichiarato Bordoni, aggiungendo che il gesto è stato così fugace e travisato da essere notato solo dalle telecamere, non dai presenti. Inoltre, sostengono i legali, il clima al PalaDozza era già incandescente prima del gesto, e la reazione del pubblico fortitudino non sarebbe stata influenzata dall’azione di Antonini.