Una vita rubata/3. Vent’anni senza Denise. Le false piste e le tante segnalazioni
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Oggi continuiamo il nostro viaggio nei vent’anni dalla scomparsa della piccola Denise Pipitone. Dopo l’approfondimento sulla giornata del 1° settembre 2004 e sui sospettati, oggi ci occuperemo delle tante false piste che gli inquirenti hanno seguito. Alcune di queste piste erano suggestive, altre totalmente fantasiose, ma tutte hanno acceso di volta in volta la speranza della mamma, Piera Maggio, di ritrovare Denise.
Purtroppo, in tutti questi anni, nessuna di queste piste ha portato al ritrovamento della piccola Denise. Tra le tante ipotesi, a parte quelle che riguardano la cerchia familiare dei Pulizzi, una delle più attendibili è quella che risale a poco più di un mese dopo la scomparsa di Denise, con la segnalazione di una guardia giurata a Milano, nei pressi della banca dove stava svolgendo il suo servizio.
L’avvistamento a Milano di "Danas"
Milano, 18 ottobre 2004. Era passato poco più di un mese dalla scomparsa di Denise quando la guardia giurata Felice Grieco vide una bambina "somigliante a Denise Pipitone in compagnia di un gruppo di rom". Girò un breve video e chiamò la polizia. "Purtroppo vivo da anni con il rimorso di non aver agito d’impulso, anche se avrei potuto sbagliare. Quel giorno non me la sentii", ha raccontato la guardia giurata qualche anno fa ai media.
Il racconto della guardia giurata
Felice Grieco ha ricostruito così cosa accadde quel giorno: "Quella mattina, verso le 12, il direttore della banca mi invitò ad allontanare un ragazzino che disturbava. Appena girato l’angolo, mi trovai davanti un’altra bambina che colpì subito la mia attenzione: assomigliava molto a Denise Pipitone". Denise era scomparsa da Mazara del Vallo poco più di un mese prima, il primo settembre. "Per me era proprio lei. Chiamai prima mia moglie, subito dopo la polizia - ha ricordato Grieco - chiesi di poter intervenire con una scusa, ma mi fu detto di aspettare il loro intervento. Girai anche il famoso video, pensando che almeno così avrebbero avuto una faccia da riconoscere e controllare. Per trattenere il gruppo di rom chiesi alla bambina se volesse mangiare qualcosa, e lei mi rispose: una pizza. La polizia arrivò molto tardi, quella mattina ci fu un omicidio al Niguarda. Il gruppo con la bambina si allontanò. La bambina parlava perfettamente italiano". La donna che era con lei la chiamava "Danàs", un nome che suona simile a quello della bambina sparita un mese e mezzo prima a Mazara.
Per l’ex procuratore Di Pisa la bambina segnalata a Milano era Denise
"Al 90% la bambina vista a Milano e ripresa in un video dalla guardia giurata Felice Grieco era Denise Pipitone". Lo ha dichiarato l’ex procuratore capo di Marsala, Alberto Di Pisa, intervistato qualche anno fa dal programma tv "Storie Italiane", in onda su Rai 1. Di Pisa, che all’epoca della scomparsa della bambina, il primo settembre 2004, non era a capo delle indagini, ha detto: "Per me al 90% la bambina vista a Milano è Denise Pipitone, per tanti motivi: la somiglianza fisica, il taglio che aveva sulla guancia sinistra e l’accento siciliano".
Denise sull’isola greca di Kos
A settembre 2008 una segnalazione su Denise portò in Grecia, sull’isola di Kos. Qui fu ritrovata una bambina di 8 anni che parlava perfettamente italiano. L’Interpol inviò in Italia un campione del DNA della piccola, ipotizzando che potesse essere Denise. Il taglio degli occhi e il graffio sulla guancia sembravano gli stessi. Fu una turista italiana a segnalarla: acquistando un braccialetto dalla bambina, si accorse del suo italiano perfetto. Insieme a lei c’era una donna albanese che diceva di essere sua madre, ma non parlava italiano. La donna fu arrestata e messa sotto processo per aver falsificato un permesso di soggiorno a Tebe. La comparazione del DNA della bambina confermò il giorno dopo che non si trattava di Denise.
L'age progression
Gli anni passano, di Denise non c'è traccia. Le indagini vanno avanti per segnalazioni. Il processo nei confronti di Jessica Pulizzi si chiude con l'assoluzione in tutti i gradi di giudizio (ne parliamo nella puntata di domani). Denise era una bambina di neanche 4 anni quando è svanita nel nulla, e passando gli anni quelle foto non vanno più bene. Gli investigatori utilizzano la tecnologia dell'age progression per tracciare un nuovo identikit di Denise. E' quella tecnica che veniva utilizzata in quegli anni anche per i mafiosi latitanti, come Provenzano e Messina Denaro. E' la prima volta che viene usata per una bambina scomparsa. Anche in base a quell'identikit le segnalazioni e le false piste si fanno più suggestive, ma, appunto, poi inattendibili.
Il caso della ragazza russa Olesya Rostova
A marzo 2021 una ragazza russa fece un appello in televisione dichiarando di essere stata rapita da piccola. La giovane aveva la stessa età di Denise e una forte somiglianza con Piera Maggio, la mamma di Denise. L’appello della ragazza fu mostrato su Rai 3, durante una puntata di "Chi l’ha visto?" andata in onda mercoledì 31 marzo. La ragazza russa, Olesya Rostova, aveva 20 anni e la sua storia sembrava simile a quella di Denise. In quei giorni si discuteva su cosa potesse accomunare Denise e Olesya, e molti speravano che la giovane russa potesse essere davvero la bambina rapita a Mazara. Olesya raccontò di essere stata rapita e di aver vissuto per un periodo con una famiglia di nomadi a Reutov, vicino Mosca. Tuttavia, le foto di Olesya da bambina non ricordavano molto Denise, e la ragazza non parlava italiano. Piera Maggio ha sempre sostenuto che Denise, pur avendo solo quattro anni al momento della scomparsa, parlava sia italiano che dialetto siciliano.
Olesya non è Denise
Nel corso della trasmissione del 7 aprile 2021 arrivò la conferma ufficiale: Olesya non era Denise. L’avvocato Giacomo Frazzitta, che segue il caso sin dall’inizio, partecipò al programma russo Let Them Talk. Durante la trasmissione venne comunicato che il gruppo sanguigno di Olesya era diverso da quello di Denise. L’avvocato Frazzitta spiegò che, per accelerare i tempi di verifica, si era preferito seguire i contatti con l’avvocato di Olesya in via privata. Nonostante questo, i risultati furono inviati alla Procura di Marsala per ulteriori accertamenti.
Segnalazione dall’Ecuador
Nel maggio 2021, con il riaccendersi dell’interesse mediatico attorno al caso di Denise, prima per la vicenda di Olesya e poi per la riapertura delle indagini, ci furono nuove segnalazioni. Una di queste proveniva dall’Ecuador: sui social circolava l’immagine di una ragazza ecuadoregna con una forte somiglianza a Piera Maggio. Tuttavia, la redazione di "Chi l’ha visto?" verificò la segnalazione e la smentì. Una redattrice riuscì a contattare la ragazza tramite videochiamata e scoprì che non si chiamava Denise, ma Maria Grazia. La giovane era brasiliana, non aveva mai lasciato il suo Paese ed era nata 29 anni fa, non 21 come avrebbe dovuto essere Denise.
Denise segnalata a Scalea in Calabria
Nel maggio 2021 ci fu un'altra segnalazione che riguardava una ragazza diciannovenne somigliante a Denise Pipitone. La segnalazione arrivò da due parrucchiere di Scalea, in provincia di Cosenza. La ragazza, di origine rom, si era presentata nel salone di bellezza per un trattamento di colore ai capelli. La carnagione olivastra e il nome, Denisa, incuriosirono le parrucchiere. Tuttavia, dopo appena 24 ore, la ragazza romena dichiarò di non essere Denise Pipitone. Durante una diretta televisiva affermò di essere nata in Romania nel 2002 e di essere venuta in Italia nel 2009. Da allora risiedeva a Cosenza, dove viveva anche sua madre.
Anche questa pista, anche questa segnalazione, si è rivelata infondata. Come tante, in questi 20 anni. E c'è da dire che la scomparsa di Denise è stata utilizzata da trasmissioni televisive, siti, e "gossippari" vari per aumentare audience e tirare su gli ascolti. In molti hanno purtroppo strumentalizzato il dramma di una madre per creare lo straziante spettacolo della ricerca infinita di una bambina, che oggi sarebbe donna, svanita nel nulla.
CONTINUA
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