Grande esordio a Mazara per l’atteso debutto della nuova scrittura di Giacomo Bonagiuso.
Il proscenio di “Sala per Signore” si presenta scarno, la scenografia è volutamente semplice, il palco lascia spazio agli attori che lo popolano, lo riempiono, lo dominano.
C’è lo spazio ma non c’è il tempo in questa drammaturgia, il salone di Totuccia ospita donne siciliane d’ogni epoca, signore che nel loro tempo hanno combattuto battaglie personali e sociali e che proprio per questo si sono fatte la “nomina tinta”. Nomi alcuni forse dimenticati ma storie che riecheggiano vivide alle nostre menti sono quelle della “picciridda” Rita Atria, di Felicia Bartolotta Impastato, coraggiosa madre di Peppino, di Mariannina Coffa prima poetessa di Sicilia, di Goliarda Sapienza, della determinata Franca Viola che con forza ripudiò il matrimonio riparatore, di Maria Occhipinti verace attivista, della nota cantautrice siciliana Rosa Balistreri, di Eleonora de Moura, del mito incantato della Principessa di Sicilia.
Donne siciliane di coraggio che questa nostra terra di contraddizioni ha dapprima condannato ed in seguito vivamente impresso nella memoria perpetua, unite tra loro prima dalle radici e poi dall’inconfondibile penna del Maestro Bonagiuso.
Gli interpreti sono eccellenti “non L-attori” e “non-attrici” che attraverso un percorso personale e professionale hanno prestato corpo e voce per ridare vita a questi personaggi.
Il richiamo alle origini è chiaro, ricordato in primis dalla scelta linguistica, la lingua siciliana, poi dai numerosi rimandi storici e dalle tradizioni popolari.
La Sicilia è interpretata anche stavolta in tutte le sue sfaccettature e in tutte le sue contraddizioni. I movimenti scenici, pilastro del teatro di Bonagiuso, nonché i suoi canti perfettamente intonati nelle melodie e nella ritmica impreziosiscono un proscenio senza spazio e senza tempo in cui tutti cercano e trovano la propria dimensione.
Allo spettatore non resta che godersi lo spettacolo e con esso ricordare, imparare e riflettere su ciò che eravamo e su ciò che siamo. D’altro canto, il teatro ha un ruolo non solo ludico ma anche eminentemente morale e in questo Bonagiuso non lascia mai niente al caso. Nulla.
Le date a disposizione sono ancora tante, non resta dunque che scegliere quella ad ognuno più congeniale. La prima data utile è quella di oggi a San Vito Lo Capo o del 26 agosto al Tempio di Hera di Selinunte. L’emozione, in quel caso, sarà ancora più potente.
Giordana Safina
(immagini di Giacomo Moceri)