Quantcast
×
 
 
14/08/2024 06:00:00

 Cantina Colomba Bianca corre in soccorso di Cantine Europa. Siglato “accordo salvavita”

Cantina Europa, le cui difficoltà hanno recentemente portato al ribaltone che tra giugno e luglio hanno visto prima la sfiducia al Cda guidato dal presidente Nicolò Vinci e all’elezione di un nuovo Cda presieduto dal medico legale Vito Pipitone. Nel comunicato della cantina presieduta da Dino Taschetta si legge di un “accordo ‘salvavita’ a sostegno di Cantine Europa”.

Con una massa critica di circa 1500 soci conferitori – afferma Taschetta - si potrà mantenere attivo l’impianto di Petrosino, garantendo lavoro e produzione”. La nota inizia parlando di “Economia e filiera del vino: alla ricerca di modelli sostenibili per provare a garantire la produzione, in quello che si prospetta come annus horribilis per la vendemmia siciliana, fortemente compromessa da siccità e carenza di acqua. Con l’obiettivo di difendere territori e vigneti, con lo spirito mutualistico che ha sempre contraddistinto il suo percorso, la cooperativa sociale Colomba Bianca – con i suoi 2400 viticoltori -annuncia l’accordo ‘salvagente’ siglato in questi giorni a sostegno di Cantine Europa, la società cooperativa agricola di Petrosino, tra i principali produttori di Grillo al mondo, oggi in grandi difficoltà economiche. Una partnership nata per portare a termine la raccolta 2024, mantenere aperti gli impianti di produzione, preservare i 1500 soci conferitori – che coprono una superficie vitata di 6000 ettari compresi tra Mazara del Vallo, Marsala e Salemi - e far lavorare (con l’accordo dei sindacati) i 25 dipendenti che da mesi versa in una situazione d’incertezza”.

Siamo stati contattati più volte dal Cda di Cantine Europa, per esaminare la possibilità di una collaborazionesottolinea il presidente di Colomba Bianca, Dino Taschetta hanno visto in noi un potenziale player per approcciare in modo risolutivo le tensioni e le criticità che rischiano di affossare una cantina storica (nata nel 1962) fortemente legata alle sue tradizioni. Dopo avere chiesto l’intervento e l’approvazione delle centrali cooperative, che puntualmente è arrivato, abbiamo deciso di non tirarci indietro, mettendoci a disposizione e non sottraendoci al doveroso aiuto”.

Il raggiungimento dell’obiettivo e soprattutto il futuro di Cantine Europa dipenderà da tutti gli attori coinvolti: “Ci siamo chiesti quale potesse essere la strada migliore da intraprendere per mettere in sicurezza il lavoro di un intero anno di Cantine Europa e rassicurare contestualmente i nostri soci, senza fare alcun salto nel buio – continua Taschetta - siamo arrivati alla conclusione che conferire le uve a nostro nome è certamente la migliore garanzia per tutti. Apriremo le nostre porte ai soci della cantina di Petrosino, che potranno conferire da noi. Siamo solidi e possiamo di certo assicurare una buona anticipazione, liquidando i soci temporanei. Per bilanciare, pur avendo la possibilità di lavorare tutte le uve nei nostri stabilimenti, effettueremo la vinificazione anche in quelli di Cantine Europa, così da garantire la continuità lavorativa dei loro dipendenti”.

Certamente il fattore determinante sarà la quantità d’uva che si riuscirà a ottenere e che consentirà di mantenere attivi i due impianti. “Il vero patrimonio di una cooperativa vinicola – conclude il presidente di Colomba Bianca - è dato dai soci e dalla quantità d’uva conferita, il resto vale nella misura in cui lavorano gli impianti: se non c’è produzione, le strutture valgono ben poco e anche le aziende più forti rischiano di andare in crisi. I tempi sono molto complicati, ma siamo certi che rimanendo uniti, con una massa critica importante, si potranno affrontare con più forza i prossimi anni, mettendo a terra un nuovo piano industriale in questa prima annata di collaborazione auspichiamo il maggiore risultato possibile di raccolta per Cantine Europa - così da garantire il punto di equilibrio con un beneficio per tutti in termini economici - ma per comprendere l’andamento dell’operazione dovremo aspettare la fine della vendemmia. Noi la nostra parte la stiamo facendo, adesso gli altri dovranno fare la loro. Le aziende crescono o ristagnano e muoiono. Noi abbiamo scelto di crescere insieme a uno dei territori più belli del mondo del vino, confidando nell’aiuto di tutti, convinti come siamo che quando si lavora per il bene degli altri, anche le forze della natura si coalizzano per fare in modo che i progetti si possano realizzare”.

Dopo la sua elezione, Vito Pipitone aveva dichiarato: “Abbiamo trovato una situazione difficile anche per quanto riguarda i rapporti personali tra i soci. Contiamo di riacquistare la loro fiducia, spero che arrivi il messaggio che la cantina è casa propria, e io assieme al nuovo cda mi batterò per una politica di rilancio dell’attività produttiva. Il problema è legato al costo che affrontano ogni giorno gli agricoltori. Le tasse e l’aumento della benzina agricola rischiano di compromettere tutta la filiera, mentre per quanto riguarda il consumo noi registriamo una buona richiesta del nostro prodotto, sia sfuso che quello che imbottigliamo. Lo ripeto, il problema è il costo che per competere nel mercato con il vino del nord costringe i nostri soci, che sono oltre 1500, a vendere al ribasso il loro prodotto”.