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13/08/2024 06:00:00

Miccichè dice addio a Forza Italia e va con l'Mpa: "Berlusconi avrebbe capito"

Prima o poi sarebbe accaduto, i mal di pancia all’interno di Forza Italia sono iniziati quando Gianfranco Miccichè, dopo avere scelto Renato Schifani candidato alla presidenza della Regione, è stato messo ai margini. Destituito pure da coordinatore regionale con investitura del fedelissimo dell’attuale governatore, Marcello Caruso.


Incomprensioni politiche che hanno poi fatto dire addio a Miccichè al gruppo forzista in Ars per transitare al misto. Miccichè è uno dei fondatori di Forza Italia, le percentuali in Sicilia sono anche merito suo, pare che nessuno però gliene voglia dare atto. I movimenti ci sono tutti: imminente abbandono azzurro di Miccichè. Conseguentemente dovrebbe abbracciare l’MPA, partito che ha già sostenuto Caterina Chinnici per le ultime europee e che, se il passaggio verrà ufficializzato, vedrà con l’arrivo di Miccichè crescere la pattuglia di Raffaele Lombardo all’Assemblea Siciliana, da cinque a sei deputati.

L’ex pupillo di Silvio Berlusconi, l’uomo del 61 a 0, non riconosce più quello che fu il suo grande partito, ridotto a feudo, ad un club. La gestione Schifani del resto pare non sia nemmeno apprezzata a Roma.

Il presidente ora dovrà fare i conti con una estate da bollino rosso e non solo per le temperature. Troppi ingranaggi da mettere a posto, Lombardo dopo i voti alla Chinnici si aspettava un nuovo ingresso in giunta targato MPA, così non è stato. E anche la nomina di Roberto Di Mauro a vice presidente, forse, si consumerà dopo l’estate.

Non è più la sua Forza Italia, ha detto in una intervista Miccichè, troppo schiacciata sulle posizioni di Fratelli d’Italia, impossibile parlare di diritti, impossibile essere riformisti, dice, e liberali. Per questo guarda altrove.

La perdita di Miccichè non passerà inosservata, si tratta di un politico di peso che il gruppo nazionale avrebbe potuto e dovuto recuperare, invece hanno fatto di tutto per perderlo, con lui una fetta di consenso non indifferente ma soprattutto una lealtà al partito che dura dalla sua nascita, dal 1994."Sono certo che, se il Presidente Berlusconi fosse ancora tra noi - ha detto l'ex presidente dell?Ars-, avrebbe compreso e incoraggiato questo percorso, vedendolo come una necessità per affrontare le sfide che il nostro territorio deve oggi contrastare".


Tommaso Calderone, deputato nazionale ma siciliano, parla di gestione monocratica del partito chiedendo il ritorno ad un partito plurale che ascolti soprattutto i deputati di riferimento, che oggi non hanno nemmeno un assessore in giunta, scelti direttamente dal presidente Schifani e sono dei tecnici.

L’ingresso di Miccichè in MPA, non uno qualunque, non quello che passa per strada, condizionerà le scelte future proprio del governo regionale. Schifani dovrà valutare bene le sue mosse perché la scelta di campo è stata chiara e allo stesso tempo netta.

"Nell'augurare all'onorevole Gianfranco Miccichè una proficua prosecuzione della propria esperienza parlamentare, con riferimento alle notizie apprese dalla stampa circa la sua adesione al gruppo parlamentare del Movimento per le Autonomie, si ritiene opportuno sottolineare che già da tempo l'onorevole Miccichè non fa più parte del Gruppo parlamentare di Forza Italia all'ARS e che ad oggi non risulta abbia rinnovato la propria adesione al partito per l'anno in corso" si legge in una nota del gruppo Forza Italia.