In poco meno di una settimana, Campobello di Mazara ha risposto con forza alla proposta di abrogazione del comma 3 dell'articolo 8 ter dello Statuto Comunale, che riguarda la gestione dell'acquedotto comunale. Sono state raccolte oltre 400 firme da parte dei cittadini, dimostrando un chiaro dissenso nei confronti della delibera di Giunta del 17 giugno 2024.
La delibera in questione proponeva di eliminare il comma che attualmente stabilisce: “Riconoscere che la gestione del servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini, e quindi la cui gestione va attuata attraverso gli art.31 e 114 del d.Lgs n. 2672000.”
"Questo comma, dunque, sancisce che la gestione del servizio idrico debba essere considerata come un servizio pubblico essenziale, escludendo qualsiasi rilevanza economica, per garantire l'accesso all'acqua a tutti i cittadini in modo equo - si legge in una nota di un gruppo di cittaini -. Le firme raccolte riflettono la volontà delle famiglie campobellesi di mantenere immutata questa disposizione, considerando l'acqua un bene comune da tutelare al di là di logiche economiche. Ora, la decisione finale spetterà al Consiglio Comunale, che dovrà valutare se procedere con la modifica proposta dall'amministrazione o rispettare la volontà popolare espressa attraverso questa significativa raccolta firme. Ci auguriamo - concludono - che questa voce della comunità venga ascoltata e che la gestione del servizio idrico resti un diritto garantito per tutti".
La nota è stata firmata dai cittadini Francesco Passanante, Vladimiro Puccio, Baldo Stallone, Antonino Gulotta, Giuseppe La Rosa.