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11/08/2024 06:00:00

Nuove scoperte archeologiche a Selinunte: un tempio sconosciuto e tesori sacri riportati alla luce

Selinunte continua a sorprendere il mondo dell’archeologia con nuove e straordinarie scoperte che potrebbero riscrivere ciò che sappiamo di questa antica città greca. Un recente scavo, condotto dagli archeologi dell’Institute of Fine Arts della New York University e dell’Università degli Studi di Milano, ha portato alla luce un tempio finora sconosciuto situato sull’Acropoli, proprio alle spalle del Tempio C, nella zona sacra dedicata alle divinità adorate dai coloni greci sin dal VI secolo a.C.

Questa scoperta è solo l’ultima di una serie di ritrovamenti di grande rilevanza effettuati durante la campagna di scavi iniziata a giugno. Tra i reperti, sono stati rinvenuti oggetti sacri, un pozzo circolare e manufatti di grande interesse storico, tra cui monete, un gioiello d’oro, una lancia incrociata con un osso di bue, e frammenti utilizzati dai sacerdoti in riti propiziatori con sacrifici animali.

Le ricerche hanno rivelato anche una nuova struttura che potrebbe rappresentare un grande tempio privo di colonne, la cui esistenza non era mai stata individuata prima d'ora. Gli archeologi sono cauti nel trarre conclusioni definitive, ma se le ipotesi si confermeranno, ci troveremmo di fronte a una scoperta di grande importanza, potenzialmente in grado di modificare la mappa storica dell'area sacra di Selinunte.

Inoltre, sono stati scoperti i resti di un grande accesso monumentale a nord-ovest, probabilmente una porta d’ingresso finora sconosciuta, situata all’interno del cosiddetto “peribolo”. Questo elemento, insieme ad altri ritrovamenti, potrebbe contribuire a una maggiore comprensione delle pratiche religiose e architettoniche della città.

I risultati degli scavi saranno presentati ufficialmente oggi, in una conferenza presso il Baglio Florio, alla presenza di importanti esponenti del Parco archeologico di Selinunte e degli studiosi coinvolti. L’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato, ha sottolineato l'importanza di queste nuove scoperte, evidenziando che “in quest’area si riserva sempre qualche sorpresa, ma in questo caso si tratta di rinvenimenti di grande valore”.

Le esplorazioni più recenti non si sono limitate alla scoperta del tempio, ma hanno anche permesso di ricostruire le azioni rituali legate alla costruzione del Tempio R, risalente all’epoca classica, dove si sono individuati altri elementi di grande rilevanza archeologica. Tra questi, una particolare cuspide di lancia in ferro, ritrovata priva della punta e del filo della lama, che suggerisce un utilizzo rituale per privare simbolicamente l’arma del suo potere offensivo.

Selinunte si conferma così uno dei siti archeologici più ricchi e affascinanti del Mediterraneo, in grado di svelare, ancora oggi, misteri e tesori nascosti che contribuiscono a comprendere meglio la storia dell’antica civiltà greca in Sicilia.

C'è attesa, dunque, per i primi risultati delle campagne condotte dall’archeologo Clemente Marconi per l’Institute of Fine arts di New York e per l’Università statale di Milano. L'incontro “Tracce dal passato – Il racconto degli scavi”, si svolgerà oggi, domenica 11 agosto, alle 18 al Baglio Florio, nel Parco archeologico di Selinunte..

Oltre alla relazione sulle attività svolte nel Parco, che riprenderanno dopo l’estate, domenica verrà presentato il primo numero degli Annali di Selinunte, pubblicazione editoriale a cura del Parco, in collaborazione con la Lithos, che renderà note a cadenza annuale le relazioni sulle operazioni archeologiche e sui risultati scientifici. L'incontro sarà moderato da Giuseppe Bonanno, esperto di letteratura archeologica che insieme a Erasmo Miceli ha curato la realizzazione degli Annali. Saranno presenti il direttore del Parco archeologico di Selinunte Felice Crescente, gli archeologi Clemente Marconi e Jon Albers, e alcuni autori delle pubblicazioni.

In questo primo numero, in particolare, sono descritte le operazioni scientifiche condotte alla foce del Gorgo Cottone, sui rinvenimenti dell’antico porto orientale, in cui fu ritrovata, a fine 2023, la splendida sima leonina, un reperto ancora tutto da studiare.

ALBA. Hanno sfiorato le 250 presenze, tra i numeri più alti degli ultimi anni: i visitatori che  venerdì mattina sono entrati all’alba nel Parco addormentato, si sono trovati dinanzi i templi immersi nel buio che pian piano diventavano più nitidi e si tingevano di rosa. Seguendo gli archeologi per la visita guidata, si sono ritrovati in un’atmosfera mistica, quasi irreale, sotto un cielo cristallino. E quando la luce dell’alba ha invaso la collina, ci si è resi conto di avere dinanzi ciò che vedevano gli antichi. Come fantasmi bianchi, sono apparsi i musicisti, il meglio del jazz italiano: canzoni popolari, poesie, preghiere interpretate dalla tomba di Flavio Boltro, dal contrabbasso di Enzo Pietropaoli e dal sax di Max Ionata, oltre alla voce di Marina Bruno, poi riuniti in un concerto finale di saluto al giorno. Entusiasta il pubblico, tra residenti e turisti, italiani e stranieri, tutti felici di aver partecipato a quello che divenuto un bellissimo rito di comunità. Invenzioni a tre voci è un format messo a punto da CoopCulture che cuce insieme valorizzazione e scoperta dei siti archeologici, e preziose note internazionali. Domenica ci si sposterà all’alba a Ostia e il 31 agosto il ciclo si chiude ad Ercolano.

RITROVAMENTI. Due reperti archeologici di grande interesse storico sono stati ritrovati nel corso di un’importante operazione conclusa nei fondali di Cannatello nei pressi di San Leone, in provincia di Agrigento. La Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, con il supporto dell'Arma dei Carabinieri, ha recuperato infatti alcune parti in piombo, in particolare un ceppo mobile e la contromarra di un’ancora appartenente a una piccola imbarcazione, probabilmente di epoca romana.

«Il mare con i suoi fondali continua a regalarci grandi emozioni, oltre che reperti preziosi per la conoscenza della storia – dice l’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana Francesco Paolo Scarpinato –. Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno reso possibile questa operazione. La collaborazione tra enti, istituzioni e privati cittadini è di fondamentale importanza per proteggere e valorizzare il nostro patrimonio culturale sommerso».

L'operazione di tutela dei reperti è stata avviata a seguito di una segnalazione da parte dell’associazione BCsicilia. La Soprintendenza del Mare ha coordinato l'intervento avvalendosi della preziosa collaborazione dei militari dell'Arma del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo e del Nucleo Sommozzatori dei Carabinieri di Messina.

I reperti recuperati sono stati affidati al Parco archeologico della Valle dei Templi, che si occuperà del primo trattamento conservativo. Successivamente, verranno valorizzati in una struttura del territorio agrigentino, contribuendo a arricchire il patrimonio culturale e storico della Sicilia.