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05/08/2024 06:00:00

La pista ciclabile a Castelvetrano. Gli errori e le dimenticanze

 L’idea generale, quando si parla di amministrazione cittadina, è che sia sufficiente infilarsi dentro una cabina elettorale e disegnare una croce sul nome di un candidato nuovo, emergente. Una croce che, da sola, dovrebbe far partire l’onda del cambiamento radicale capace di spazzare via ogni stortura fino a quel momento prodotta.

La verità è che, nell’avvicendarsi delle amministrazioni comunali regolarmente elette, siano esse di stampo politico o sostenute da movimenti cittadini senza schieramento, la gestione di una cittadina rimane nelle mani tanto di chi è stato eletto quanto di chi è rimasto sempre lì, dentro gli uffici comunali. Come l’apparato dei tecnici per esempio, braccio operativo di Sindaco e Giunta da cui dipendono gran parte dei progetti comunali – se non tutti – e che lavora dietro le quinte di ogni amministrazione. Dietro le quinte, lì dove l’occhio dell’opinione pubblica difficilmente arriva.

Così succede che un progetto non va in porto, fallisce o – semplicemente – viene sviluppato male, e a raccoglierne pubblicamente la colpa è l’amministratore scelto dai cittadini, il Sindaco che sul progetto ha apposto la sua firma. Senza tener conto, insomma, che le cause di un errore sono invece molteplici e spesso radicate in un sistema più complesso di quello che sembra.

È il caso, pare, del progetto della pista ciclabile di Castelvetrano, da realizzare nel tratto che collega la zona Commerciale con Marinella di Selinunte. Progetto fallace in partenza, ma che è stato portato avanti fino alla ricezione di un finanziamento – emesso dal Dipartimento Regionale delle Infrastrutture, della Mobilità e dei Trasporti – pari al 20% dell’importo preventivato dalla ditta vincitrice dell’appalto (su un totale di 560mila euro circa).

Ma andiamo con ordine. Il progetto della ciclovia nasce nell’ambito del Programma Operativo Regionale FESR Sicilia 2014/2020, adottato dalla Regione Siciliana nel novembre 2015 e che ha incluso Castelvetrano tra le città della Sicilia Occidentale eleggibili di investimenti per lo sviluppo urbano sostenibile. Secondo quanto fa sapere l’ex sindaco di Castelvetrano Enzo Alfano, che ha approvato nel luglio 2020 il progetto finale, l’individuazione delle zone su cui realizzare la pista ciclabile risalgono proprio al 2015, cioè al periodo dell’Amministrazione di Felice Errante: «L’individuazione delle aree» dichiara Alfano «è stata fatta, a sua tempo, dall’Amministrazione Errante ed è stata condivisa e portata avanti dall’Amministrazione Alfano, sulla base di quanto comunicato dagli uffici comunali: ovvero che le aree fossero di proprietà del Comune».

L’approvazione del progetto arriva infatti dopo la consegna di una relazione tecnica, uno studio di fattibilità firmato da due tecnici comunali (come si legge sul documento ufficiale). Così dice la relazione tecnica riguardo il percorso individuato:

«Il tratto iniziale, che interesserà la zona più urbanizzata, della attuale zona commerciale, non distante dallo svincolo autostradale con la A29, uscita Castelvetrano, percorre la SP Seggio su strada asfaltata esistente in sede promiscua per circa 2,7 km poi gira a destra su strada sterrata e attraversa fondi fino a collegarsi alla strada asfaltata verso Dimina per circa 2 km. A questo punto, sulla destra, percorrerà un tratto, oggi completamente sterrato, per circa 3 km per innestarsi nei pressi della strada comunale via Cavallaro asfaltata per una percorrenza di km 4,5, verso la piazza dell’ex stazione di Marinella di Selinunte»

I primi dubbi sulla fattibilità della pista ciclabile in quella zona emergono nel novembre 2023. Secondo quanto indica la Regione Siciliana, il Comune di Castelvetrano in quello stesso periodo ha comunicato che sarebbero “sorti dubbi sulla titolarità del tratto di pista 1-6 [ovvero il tratto tra zona Commerciale e Marinella di Selinunte, ndr] e pertanto è necessario variare parzialmente il percorso inserendo il tratto 07-11 (Via Dafne – Via delle Sirene) ed escludendo quello prima individuato nel progetto originario”. Una variazione che avrebbe richiesto un incremento del 4,17% dell’importo originario (circa 23mila euro in più). Nella stessa nota viene anche incluso un documento dell’ANAS risalente ad aprile 2010 da cui risulta una competenza proprio dell’ANAS di quel tratto del percorso.

Secondo l’ex Sindaco Enzo Alfano, «ANAS è stata coinvolta dai tecnici dopo la redazione dello studio di fattibilità, e in quell’occasione ha espresso parere negativo seppure soltanto per ragioni legate al transito veicolare, che avrebbe subìto delle limitazioni proprio a causa della ciclovia». Perché ANAS non è stata coinvolta prima? Su questo punto non ci sono certezze ma c’è un dettaglio che va evidenziato: la relazione tecnica tiene conto (e lo si legge qui) di un Piano Generale del Traffico Urbano approvato nel 2004, anno in cui quel tratto di strada era effettivamente di proprietà del Comune.

Il mancato coinvolgimento dell’ANAS ha comunque segnato il fallimento definitivo del progetto. Il Dipartimento Regionale delle Infrastrutture, della Mobilità e dei Trasporti, infatti, ha dovuto negare la richiesta di incremento del finanziamento perché presentata dopo la scadenza fissata dalla Regione. In seguito, è stato costretto a revocare l’anticipo del finanziamento (pari a 196mila euro), chiedendone la restituzione, e per due motivi: in primo luogo, la scoperta della titolarità dell’ANAS non è stata considerata una “condizione imprevista e imprevedibile” ma piuttosto il risultato di un errore; in secondo luogo, tale errore ha reso necessaria una modifica del progetto iniziale, in base al quale era stato calcolato e approvato il finanziamento.

La faccenda della pista ciclabile di Castelvetrano mette in luce una verità un po’ amara: le buone intenzioni (che siano politiche o meno) hanno vita breve e non bastano, perché è l’operato dei tecnici che in fin dei conti fa la differenza. Dietro il fallimento della pista ciclabile si nasconde un intreccio di errori e incomprensioni sicuramente evitabili, che sono però anche un invito a riflettere sul ruolo dei tecnici nella gestione della cosa pubblica.

Daria Costanzo



Infomedica | 2024-11-09 11:19:00
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