La Regione Siciliana ha sospeso servizio di rifornimento d’acqua attraverso una nave cisterna della Marina Militare, perché l’operazione non è sostenibile da un punto di vista economico. L’uso di una nave cisterna, un mezzo finora utilizzato solo per rifornire le piccole isole, era uno degli ultimi tentativi fatti dalla Regione per cercare di alleviare i problemi dovuti alla mancanza di pioggia e alla conseguente grave siccità.
La nave era stata messa a disposizione a inizio luglio e il primo carico d’acqua, era arrivato a Licata, nell’agrigentino, a metà mese. «Ogni viaggio costa circa 50mila euro, per una spesa pari a 43 euro a metro cubo», ha detto il capo della Protezione civile siciliana Salvo Cocina. Cocina ha aggiunto che il rifornimento di acqua «è risultato caro rispetto al quantitativo fornito» e che dunque è stata chiesta «una doverosa verifica dei costi ed eventuali soluzioni alternative, in quanto la nave è comunque utile per affrontare l’attuale fase di emergenza».
Repubblica ha spiegato che il prezzo di mercato imposto dalla giunta regionale nella scorsa legislatura guidata fino al maggio del 2023 da Nello Musumeci, oggi ministro per la Protezione civile e per le Politiche del mare, era pari a 0,69 euro al metro cubo. Significa che il costo dell’acqua trasportata dalla nave cisterna è più caro del 6.131% rispetto a quello dell’acqua pubblica, e quasi 4 volte superiore al costo dell’acqua fornita dal ministero dell’Interno alle isole minori come le Eolie, sempre con le navi cisterna: 11 euro al metro cubo.