È avvilente, nel XXI secolo, assistere a continue “emergenze” e al rimpallo di responsabilità tra autorità che dovrebbero avere ruoli chiari e ben definiti, come un Presidente di Regione e un Ministro che è stato Presidente della stessa Regione.
È sconcertante vedere come, nonostante anni di dichiarazioni "emergenziali", le soluzioni rimangono vaghe e confuse. Evocare poteri speciali, nominare commissari e fare proclami non risolve i problemi reali.
Chi vive in queste terre sa cosa significa avere l'acqua razionata, affrontare l'aridità dei suoli e vedere le colture seccare sotto temperature sahariane. I danni alle aziende agricole saranno duraturi e gli aiuti sporadici non risolvono il problema, anzi, cronicizzano e aggravano la situazione.
Sbaglia chi chiede solo un aiuto: è il momento di alzare il tiro, avere una visione e proporre anche un exit Strategy. Ogni intervento deve essere parte di una strategia complessiva e ben pianificata. Le cabine di regia, spesso, si trasformano in momenti di panico e di scaricabarile. Ora si corre a realizzare progetti accantonati da decenni, senza considerare che l'agricoltura è cambiata e che i cambiamenti climatici richiedono nuovi approcci.
Realizzare dissalatori senza una rete idrica efficiente non risolverà nulla. Intervenire sul sistema distributivo senza migliorare le dighe è inutile. Utilizzare acque reflue senza considerare gli impatti sulla certificazione biologica è rischioso e può compromettere i marchi di qualità che tanti operatori hanno costruito con cura. Non possiamo continuare a usare approcci "datati" in un contesto agricolo radicalmente cambiato come diceva Albert Einstein: "Non possiamo risolvere i nostri problemi con lo stesso pensiero che abbiamo usato quando li abbiamo creati."
Oggi, la scarsità idrica e le alte temperature mettono a rischio le colture. I sistemi di irrigazione obsoleti, risalenti a decenni fa, non possono rispondere alle esigenze ed alle disponibilità attuali. È necessaria una riforma completa del sistema per garantire che le risorse idriche siano gestite in modo ponderato.
Il paradosso è che il futuro è incerto, ma spesso più chiaro dell'attesa di una soluzione da parte delle istituzioni. Come disse Seneca: 'Dum differtur, vita transcurrit' (Mentre si rimanda, la vita passa)... e forse è meglio dire che la fine si avvicina."
La redazione