E’ stato ricollocato, ieri mattina, presso l’ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo, il busto Bronzeo del dottore Enzo Ingraldo, primo Direttore Sanitario 1968 – 1973.
Presenti i familiari, il sindaco della città, Salvatore Quinci, il deputato regionale Stefano Pellegrino, quale componente della VI° Commissione Legislativa Salute – Servizi Sociali e Sanitari presso l’ Assemblea Regionale Siciliana, Vito Barraco, Presidente Ordine dei Medici di Trapani, il Manager dell’Asp, Ferdinando Croce.
L’ospedale di Mazara è un Dea di primo livello, almeno sulla carta, poi nella contezza dei fatti c’è una carenza strutturale di organico che sottrae alla qualità delle cure e alla efficenza delle stesse. Inutile negare che i pochi medici rimasti, seppure implementati con innesti esteri, non sono sufficienti.
Il sindaco Quinci ha bene evidenziato come sia il caso di dismettere i campanilismi e di volgere lo sguardo verso le eccellenze. E l’appello alle forze politiche di governo regionale è infatti quello di garantire ai cittadini il diritto alla salute.
Del resto questo diritto, costituzionalmente garantito, è attentato tutte le volte in cui le liste di attesa sono esageratamente lunghe, quando il cittadino non si può rivolgere al privato per accedere agli screening e alle visite, perché gravano su un budget famigliare, quando gli ospedali non riescono a fronteggiare l’utenza.
Il problema della sanità in provincia sono davvero tanti, si sommano da decenni in decenni. Alle liste di attesa ha fatto cenno il capogruppo all’ARS per FI, Pellegrino: la Regione, dice, sta facendo il possibile per abbattere le liste di attesa.
Bisognerebbe pure affrontare la questione della migrazione, cioè di quanti decidono di affidare le proprie cure in ospedali del Nord. La provincia di Trapani ha una migrazione spinta in tal senso.
Si attendono notizie anche in merito al padiglione delle malattie infettive dell’ospedale Paolo Borsellino di Marsala, la prima pietra in pompa magna, venne deposta dall’allora assessore Ruggero Razza nel 2020. L’ opera doveva essere pronta entro maggio del 2021, in piena pandemia da Covid-19.