Gentile Direttore di Tp24,
Le affido questo mio pensiero come desiderio di proporre una riflessione sul “futuro” di Cantine Europa
I piani industriali sono strumenti fondamentali per lo sviluppo e la crescita delle aziende, volti a ottimizzare le risorse, aumentare la produttività e rispondere alle esigenze del mercato. Fatta questa premessa, è importante ricordare che i lavoratori non sono solo numeri o costi da ridurre, ma persone con famiglie, responsabilità e aspirazioni oltre che un patrimonio di esperienze da non depauperare.
Analoga considerazione va fatta per i soci di una Cooperativa che senza ombra di dubbio, almeno per chi è sano di mente, rappresentano la parte attiva nel bilancio dell’azienda, affidando il frutto di un anno di lavoro al Consiglio di Amministrazione.
Pensare che il primo passo per risanare un'azienda sia accanirsi contro i dipendenti, inclusi quelli stagionali, considerandolo un tassello fondamentale del nuovo piano industriale e credendo che così facendo si salvaguardi il reddito di altri lavoratori e dei soci di una cantina sociale, significa iniziare con il piede sbagliato. Bisogna chiedersi: è davvero così? La storia industriale è piena di esempi di scelte simili, adottate da “grandi capitani d'industria”, che si concentrano prima di tutto sui licenziamenti, accanendosi contro la parte debole quali sono anche i soci.
Non è un discorso da vetero comunista, ma il concetto che "il lavoro è dignità e risorsa per le aziende" non è stato solo di Karl Marx, ma anche di molti altri pensatori, tra cui Michael Novak nel suo libro "Lo spirito del capitalismo democratico" (1982).
Le voci si susseguono, creando false aspettative e profonde amarezze. È davvero un piano di sviluppo "consegnare" o forse più appropriato “svendere” la cantina Europa ad un'altra cooperativa che riconoscerà solo una miseria per i costi di lavorazione delle uve che deciderà di processare, obbligandosi a comprare il resto della produzione? Questo è un piano industriale? O è piuttosto il preludio alla dismissione? Come potrà una cantina cooperativa sopravvivere senza risorse, senza radici.
I piccoli incassi saranno sufficienti per sopravvivere qualche mese, ma mi chiedo e le liquidazioni dei soci per le uve conferite nel 2022 e nel 2023? E l'anticipo delle uve conferite nel 2023? Che fine hanno fatto? I soci li avranno?
E la decisione su quale cantina scegliere a cui affidarsi per l’Eutanasia, come è stata presa e su quali basi? Mi risulta che alcune cantine del territorio, come ad esempio la Paolini, non siano state invitate a partecipare. Guarda caso, la Cantina Paolini è l'unica a garantire remunerazioni decisamente migliori ai soci conferenti e, fatto non trascurabile, ha un indebitamento assai contenuto.
È questa la scelta della nuova classe dirigente di Cantine EUROPA: procedere con i licenziamenti e abbandonare la nave? Si direbbe una nuova classe dirigente di menti sopraffine! I capitani d’industria del 21°secolo.
Con Gratitudine e stima
Dott. Ignazio Aurelio Marino