A meno di un mese dal suo insediamento, la giunta comunale presieduta dal sindaco Vito Scalisi, si trova a fronteggiare, come ampiamente previsto, una delle piu’acute crisi idriche dell’ultimo quarto di secolo.
Ad essere colpita non e’ solo il comune di Salemi ma il territorio trapanese e l’intera Isola.
Ci sono le eccezioni, pero’. In quei comuni dove le amministrazioni, con lungimiranza e con le condizioni favorevoli, scelsero la gestione “in house” , in proprio, delle risorse idriche avute in dote dalla natura.
Per Francesco Giuseppe Crimi, dirigente provinciale di Fratelli d'Italia e già candidato a Sindaco alle ultime elezioni, la responsabilità di quanto sta succedendo a Salemi ricadrebbero tutte sull’attuale Amministrazione comunale guidata da Scalisi, che, secondo quanto scrive, sarebbe “in perfetta continuità con quella dell' ex Sindaco Domenico Venuti”.
Una nota abbastanza dura quella di Crimi. La sua accusa e’ senza appello. Quelli di oggi , scrive, “sono gli stessi personaggi, con ruoli in qualche caso diversi, 3 assessori su 5 sono gli stessi di prima, tutti uniti per continuare l'opera di distruzione amministrativa, economica socio culturale del Comune di Salemi.”
Per Crimi la “grave inefficienza amministrativa”, verrebbe dimostrata “dall'incapacità di dare risposte attendibili, concrete e risolutive alla crisi idrica, in un territorio come quello di Salemi che grazie a Madre Natura è ancora oggi ricco di acqua.”
Il ragionamento di Crimi e’ semplice: “la Regione Siciliana ha finanziato opere di ristrutturazione dei pozzi in diversi comuni della Provincia di Trapani, Salemi ha avuto ben 270.000,00 euro, circa un mese addietro, per il recupero dei 4 pozzi, comunali (Filci, Bagnitelli, Ulmi e Polizzo), da anni abbandonati e privi dell'ordinaria manutenzione, ma, mentre Trapani, Calatafimi, Castelvetrano ed Alcamo si sono attivati e hanno già ultimato i lavori di realizzazione delle opere finanziate, il Comune di Salemi deve ancora iniziare i lavori!!.” Una presa giro nei confronti dei cittadini di Salemi con comunicazioni su Facebook prive di ogni logica politico-amministrativa e di una programmazione per questo paese”.
Nel mirino di Giuseppe Crimi non solo gli assessori ma anche alcuni consiglieri comunali, senza fare distinzioni tra quelli di maggioranza e quelli di opposizione.
In maniera equanime, ai primi rimprovera di “avere pure l'ardire di elogiarsi l'uno con l'altro per gli "inspiegabili" numeri di preferenza che alcuni hanno ottenuto, come se l'attuale crisi economico-sociale e culturale, che attanaglia Salemi, non è da addebitare a loro esclusiva responsabilità, visto che amministrano questo paese da oltre 10 anni.”
Mentre a quelli della minoranza , viene rivolta l’accusa di “essere sempre più divisi e privi di coesione, un classico della NON POLITICA Salemitana a conferma che una vera opposizione a Salemi non esiste, in consiglio comunale una volta si astiene, la seconda volta addirittura vota con la maggioranza.” Citando anche la Bibbia: "Non vi è nulla di nuovo sotto il Sole..." ( Ecclesiaste).
Non solo la Bibbia, ma anche l’Oracolo di Delfi, quando conclude con un enigma: “Si e’attuato tristemente il disegno di chi voleva che tutti lo credessero perdente , mentre e' l'unico ad avere la maggioranza degli eletti, in barba alle necessità dei cittadini Salemitani, che, palesemente presi in giro, speravano nel cambiamento che mai avverrà!”.
Da parte nostra vorremmo aggiungere che la siccità, che oggi ha assunto proporzioni bibliche, non e’ il castigo di un Dio cattivo. Le cause sono dovute al progressivo cambiamento climatico in corso da alcuni anni, complice l’uomo. Oggi, l’aumento delle temperature non sta facendo altro che accelerare le inefficienze, i disagi e le disuguaglianze esistenti da anni.
Oggi il rischio e’ che il sistema possa collassare se non si inverte drasticamente il sistema di approvvigionamento e distribuzione del prezioso liquido.
Non e’ vero che a Salemi ci sia stata una età dell’oro, un mitico passato di rubinetti fluenti acqua potabile, un’ “acqua democratica” come la chiamava Danilo Dolci. Qualcuno dovrebbe spiegarci come mai le abitazioni di Salemi, quasi tutte, sono dotate o di cisterne interrate o di colorati recipienti oscenamente collocati sui tetti!
Abbiamo dimenticato che le turnazioni, le riduzioni d’acqua per le abitazioni private, o l’assenza pressoché totale negli invasi per gli usi agricoli sono sempre esistiti?
Una caratteristica ha da sempre ha marchiato le tre province di Agrigento, Caltanissetta e Trapani.
Per non parlare dello stato fatiscente delle condotte. Appena ne ripari una, subito dopo spunta un’altra falla. Le cronache su questo aspetto sono davvero imbarazzanti. Secondo gli ultimi dati Istat in Sicilia si perde per strada il 51,6 per cento dell'acqua immessa negli acquedotti.
Un esempio, per tutti. Tra i vari interventi che avrebbe dovuto fare Siciliacque, la società che gestisce il prelievo dell’acqua e l’acquedotto regionale in Sicilia, c’era quello del completamento della diga di Blufi sul fiume Imera meridionale.
Questo intervento avrebbe aumentato la disponibilità di acqua di 14 milioni di metri cubi all’anno. Siciliacque dice che è colpa della Regione che non le ha mai affidato la gestione della diga. Sta di fatto che a Blufi Siciliacque ha un potabilizzatore che potrebbe fornire acqua a decine di comuni e che invece oggi risulta non attivo.
Qualcuno ha calcolato che con un solo pilone del Ponte sullo Stretto basterebbe a creare invasi con moderni sistemi di pompaggio e si potrebbe ammodernare la rete di tutta la Regione.
Altri invece sostengono che non occorrono nuovi invasi. E che i fabbisogni idrici vadano soddisfatti cercando nuove falde sotterranee, che siano sorgenti o pozzi, mentre vengono favorite opere faraoniche laddove il problema potrebbe essere risolto con opere più semplici.
Un ricordo dei miei 15 mesi in divisa militare. Alcuni commilitoni, reduci dal Centro Addestramento di Trapani, mi raccontavano di doversi privare di una doccia o di radersi con l’acqua minerale. Questo avveniva dopo novanta anni dal famoso rapporto “La Sicilia nel 1876” di Franchetti e Sonnino in cui si denunciava, tra l’altro, anche l’endemica carenza di acqua nel capoluogo e in provincia.
Dopo quasi un secolo e mezzo si ripete nulla e’ cambiato. A dominare rimane l’eterno rimpallo di idee, analisi, responsabilità.
Franco Ciro Lo Re