Come ogni anno, le Orestiadi, il 19 luglio a Gibellina, ricordano Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta,
attraverso il teatro. Quest’anno, nell’anniversario della strage di Via D’Amelio, andrà in scena alle Orestiadi “La Grande Menzogna”, testo scritto e diretto da Claudio Fava con David Coco (venerdì 19 luglio alle 21), che sarà anticipato, alle 19.30, da “Parole di Legalità”, incontro in cui Lirio Abbate dialogherà con Rino Giacalone, evento organizzato in collaborazione con l’Associazione Terzo Tempo S.C.A.
Sabato 20 luglio alle 21, ritorna a Gibellina “Radio Argo”, riscrittura contemporanea dell’Orestea di Igor Esposito, diretto e interpretato da Peppino Mazzotta (spettacolo che lo scorso anno al Cretto fu sospeso a causa di un maltempo improvviso).
“La Grande Menzogna” è il furto di verità che il paese ha subito sulla morte di Paolo Borsellino, ridotta ormai a un garbuglio di menzogne, finti testimoni, amnesie, sorrisi furbi, processi viziati, infiniti silenzi e sfacciate, sfacciatissime menzogne. Il testo non porta in scena la narrazione minuziosa del depistaggio, perché non vuole essere un’operazione di teatro pedagogico della memoria: è anzitutto un’invettiva. E protagonista ne è lui, Borsellino: raccontato non più – come cento volte si è fatto – nell’agonia e nella morte, ma nella condizione risolta di chi non c’è più. E vuol riepilogare le cose accadute, con il divertito distacco di chi è ormai oltre e altrove.
In questo nuovo testo drammaturgico, che vede Claudio Fava firmare anche la sua prima regia teatrale, si indaga il clamoroso furto di verità subito dall’Italia dopo la morte di Paolo Borsellino. Protagonista è lui, il giudice palermitano ucciso nell’attentato di via D’Amelio nel ’92, raccontato non più – com’è sempre accaduto – nel momento della solitudine e della morte ma nella condizione risolta di chi non c’è più. E può dire, indicare, pretendere.
“Radio Argo suite” (produzione Teatro Rossosimona), diretto e interpretato da Peppino Mazzotta, è una performance per voce e musica (musiche originali Massimo Cordovani, eseguite dal vivo con Mario Di Bonito), incentrata sull’opera teatrale Radio Argo, una riscrittura dell’Orestea, del poeta e drammaturgo Igor Esposito.
“Questa coraggiosa impresa drammaturgica è una densa partitura con una forte vocazione libertaria e ribelle che risulta tuttavia, miracolosamente fedele ai materiali classici di riferimento. Con una prosa decisa e senza mezze misure, l’autore vuole farci dimenticare il linguaggio edulcorato, diluito e politicamente corretto della cronaca contemporanea, tornando ad un parlare franco e appassionato, senza censure né compromessi dettati dal calcolo o dall’interesse. Così facendo, ci fa sentire di nuovo il pericolo della realtà che ogni giorno attraversiamo inconsapevoli, in un processo di smascheramento continuo e inesorabile. Il testo snocciola la sua versione dei fatti attraverso sei testimonianze dirette che, in ordine cronologico e lontane da qualsiasi capriccio di attualizzazione, ripercorrono, le vicende precedenti e successive alla guerra più conosciuta e celebrata della storia dell’umanità: la guerra mossa dagli Achei contro la città di Troia. La prima è quella di Ifigenia, l’ultima quella di Oreste. In mezzo si rincorrono quelle di Egisto, Clitennestra, Agamennone e Cassandra. Sei fantasmi che tornano in vita, che tornano in voce, per spiegarci l’arcano passato da cui veniamo e il tragico presente in cui navighiamo. Tutte le guerre assomigliano a quella che vide Ettore contrapporsi ad Achille.
I temi strutturali di ogni conflitto bellico, ripuliti dal rumore caotico della cronaca che confonde, si ritrovano nel racconto di questa antica guerra leggendaria e nel destino degli eroi che la vinsero segnando quello di coloro che la persero. Ora come allora l’innocenza viene sacrificata sull’altare della menzogna, in nome di interessi vergognosi e predatori, mascherati da ideali grandi come la libertà, l’onore e la democrazia. Allora si perseverò nella battaglia, come ora si persevera, fino a che gli anni di guerra non furono abbastanza numerosi da far dimenticare completamente il perché fu ingaggiata. Nelle figure degli eroi greci e troiani riecheggiano sinistramente quelle della nostra storia recente. Tiranni in giacca e cravatta e colonnelli perennemente in divisa, accecati da bizzarre ossessioni. Oppressi da tragiche manie che urlano proclami, recitano comizi deliranti, vomitano infernali sentenze attraverso gli altoparlanti di una radio, o gli schermi dei televisori. Responsabili di tragiche decisioni e veri e propri massacri, per motivi discutibili o futili tanto quanto la bellezza di una donna. Elena, il cui rapimento da parte del troiano Paride causa l’assedio di Troia, diviene così il simbolo di tutto ciò che il tiranno di ieri e di oggi usa come pretesto e giustificazione per dare libero sfogo alle sue più oscure devianze”. Peppino Mazzotta
“Radio Argo è una compatta riscrittura dell’unica trilogia superstite della tragedia greca: l’Orestea. Le voci dei personaggi mettono in scena l’inconciliabile scontro tra la bestemmia malata del potere e il disperato canto di chi il potere rifugge, cercando, nel silenzio e nell’esilio, una redenzione o forse solo un punto di desiderio puro. Canto incarnato dall’anarchico gesto di Oreste che, dopo il terribile matricidio, rifiuta ogni consolazione “civile”, inverando, con la sua scelta, un verso dell’irriducibile poetessa russa, Marina Cvetaeva: “Al tuo mondo dissennato una sola risposta – il rifiuto”. Igor Esposito
I biglietti sono acquistabili online sul sito www.fondazioneorestiadi.it e su Vivatiket.com