Quello di giovedì della settimana scorsa e’ stato un pomeriggio di fuoco, e non solo dal punto di vista meteo. Qualcuno, su un social ha parlato addirittura di “far west”.
Un gruppo di giovani magrebini (otto, circa), immaginando forse di essere su un set cinematografico per interpretare il ruolo di una banda di teppistelli, ha creduto di avere la licenza di portare via dal supermercato “Famila” di piazza Cusumano tutto cio’ di avessero bisogno.
Spostandosi dalla piazzetta Martiri di Nassirya, loro quartiere generale spesso fino a tarda notte, hanno organizzato una sorta di esproprio “proletario”, sotto gli occhi di tutti ma anche delle telecamere.
Oggetto del loro irrefrenabile desiderio bottiglie di alcolici, scegliendole tra le migliori marche, accompagnate da sacchetti di salatini per aperitivi. Dimostrando, non solo buon gusto, ma di essere ben pasciuti e bisognosi di stuzzichini prima della cena.
Ovviamente, senza passare dalla cassa e pagare.
Il giochino era semplice e ingegnoso. In due facevano da staffetta, entrando e uscendo piu’ volte dall’esercizio commerciale, prendevano la merce dagli scaffali, la nascondevano goffamente sotto i pantaloncini o la maglietta, e la consegnavano ai “compari” che aspettavano sulla dirimpettaia rotonda. Questi, a loro volta, la nascondevano tra le aiuole.
E cosi, per diverse volte. Fino a quando il ripetuto andirivieni non ha destato i sospetti di uno dei dipendenti. Li ha seguiti da lontano mettendo fine al losco traffico.
I componenti della “banda”, vistisi scoperti, si davano a precipitosa fuga, raggiungendo in pochissimi minuti la vicina san Leonardo, dove facevano disperdere ogni loro traccia, nonostante il titolare dell’azienda li avesse raggiunti dalle parti della via san Leonardo.
A quanto pare si tratta di personaggi che gli abitanti del quartiere ben conoscono e di qualcuno di essi sanno pure il domicilio in una stradina.
Al titolare del supermercato non restava che presentare denuncia alla stazione dei Carabinieri distante pochissimi metri.
Il valore della merce rubata e’ stato quantificato in circa mille euro. Non e’ poca roba, considerato il poco tempo impiegato e il prezzo del singolo pezzo.
L’episodio ha dato ancora una volta l’occasione per far percepire alla gente un’insicurezza costante (non si dimentichi l’episodio dell’accoltellamento nella centralissima piazza Liberta’ di qualche mese addietro) e una sorta di impunità di cui godrebbero e che agli immigrati tutto sia concesso.
In tanti si chiedono come sia possibile che, nonostante vengano colti sul fatto, spesso nei loro confronti non vengano presi severi provvedimenti . Una convinzione ovviamente errata. Ma la percezione e’ questa.
Esistono relazioni tra questi episodi e il fatto che esistono zone della città, come nei pressi della via Matteotti o nei pressi della piazza Martiri di Nassirya, al calare della sera si trasformano in “non luoghi”, dove regna la solitudine di tanta gioventù?
Ci sembra legittimo porre la domanda. Come anche se sono episodi di questo tipo che provocano xenofobie nel sentire comune?
Razionalmente, la risposta dovrebbe essere negativa, ma la paura spesso genera brutti fantasmi.
Il silenzio ne alimenta altri. Occorre affrontare il problema, dando il giusto nome alle cose e ai comportamenti. Se alcuni delinquono non dipende dalla nazionalità o del colore della pelle.
Se e’ vero che Salemi non e’ invasa da delinquenti, e’pure vero che occorra rivolgere maggiore attenzione ad alcuni fenomeni di disagio giovanile che negli ultimi tempi, sembrano essere aumentati e non solo quantitativamente e a prescindere dalla nazionalità.
Infine, una breve annotazione che smentisce ulteriormente ogni tipo di pregiudizio e atteggiamenti di stampo razzista.
L’azienda commerciale vittima del furto di cui abbiamo raccontato, annovera tra il proprio personale, un validissimo giovane africano del Senegal.
Segno che i pregiudizi sono, appunto, solo opinioni senza giudizio.
Franco Ciro Lo Re