Quantcast
×
 
 
13/07/2024 06:00:00

Le ragazze di Marsala accoltellate a Roma. Ricostruiamo il caso

 Una serata che doveva essere di puro divertimento e che invece si è trasformato in un incubo per due studentesse universitarie fuori sede. Si tratta delle due giovani marsalesi di 23 e 21 anni accoltellate, senza alcun apparente motivo, in discoteca, a Roma, ai primi dello scorso marzo (nella notte tra sabato 2 e domenica 3 marzo).

Adesso, le indagini della polizia avrebbero condotto all’individuazione, grazie alle immagini delle telecamere del sistema di videosorveglianza interna, dei due presunti accoltellatori.

Nel fascicolo aperto dalla Procura di Roma c’è, infatti, un “modello 21”. Dunque, un procedimento a carico di noti, anche se i loro nomi non sono ancora conosciuti dai legali delle vittime.

Una di queste è assistita dall’avvocato marsalese Andrea Pellegrino, che dichiara: “Il vile gesto, già grave di per sé, è stato posto in assenza di qualsivoglia ragione. Le condotte contestate sono sintomatiche, pertanto, di un allarmante disvalore sociale. Coadiuveremo, per quanto possibile, le attività della Procura romana”. Teatro dell’accoltellamento è stata la pista dell’Opus Club, la discoteca di via Giuseppe Sacconi, nel quartiere Flaminio, zona chic della Capitale. Il locale, fra l’altro, aveva riaperto i battenti dopo otto giorni di chiusura forzata disposta dal questore Carmine Belfiore a causa delle tre risse, con quattro feriti e diverse violenze solo da gennaio in poi, che avevano portato ai sigilli e alla sospensione della licenza. Ma, a poco più di due ore dall’inizio della serata, c’è stato l’accoltellamento delle due studentesse marsalesi. “Abbiamo sentito entrambe un forte dolore, ci siamo guardate intorno ma c’era il caos” ha detto una delle due subito dopo il fatto. Un sabato sera che doveva essere di puro divertimento, poco dopo le 2 di domenica notte, si è, dunque, trasformato in un incubo per le due ragazze, che inizialmente, anche a causa del buio, non avevano ben capito da cosa erano state colpite. In mezzo alla calca, le luci accecanti, le giovani stavano ballando con alcuni amici. Poi, improvvisa, una lama tra la folla, tenuta vigliaccamente verso il basso per non essere notata. Un taglio sulla gamba per una ragazza e una “puncicata” al gluteo per l’altra. Il dolore incomprensibile, lo sguardo tra le due, la certezza che qualcosa di orribile le aveva raggiunte. Tanta la paura per le due vittime che, chiesto aiuto, sono state poi portate in ambulanza in ospedale. Medicate al San Carlo di Nancy, la prognosi è stata di 14 giorni. Sul caso hanno subito avviato indagini i poliziotti del commissariato Villa Glori, che hanno raccolto le testimonianze delle ragazze e degli amici con cui stavano trascorrendo la serata. “Siamo state colpite con un oggetto appuntito, non sapevamo cosa fosse - le parole riferite dalle ventenni agli agenti - Quando abbiamo capito cos’era successo ci siamo girate e abbiamo visto una persona allontanarsi”. Un’amica delle due avrebbe confermato sulla pista da ballo la presenza di due uomini, giovani e vestiti bene, ma con un atteggiamento sospetto: pochi i dettagli per l’identificazione a disposizione degli investigatori, che però hanno già richiesto i filmati delle telecamere del locale e della zona circostante. I due sospettati - di cui uno, in base alla descrizione, indossava una giacca elegante scura - dovrebbero essere stati immortalati nei video di sorveglianza mentre si allontanavano dall’Opus Club. Da accertare anche la tipologia di arma, un coltello o forse un taglierino. In ogni caso, una lama. “Ho sentito un coltello entrare dentro la pelle” dice una delle due giovani. Nessuno si accorge di nulla. Solo loro, che si girano e vedono “due ragazzi che non conoscevamo, uno dei due indossava una camicia chiara”. “Ma noi in quella zona - spiegano le giovani studentesse fuori sede - non conosciamo nessuno, a parte il gruppo di persone con cui eravamo”. I primi a prestare loro soccorso sono stati due ragazzi, due sconosciuti che si trovavano dietro di loro e che hanno notato il sangue che scorreva. “Hanno fatto luce con il flash del cellulare perché era buio, non si vedeva nulla – dice ancora una delle due ragazze - io ero diventata pallida, avevo già perso molto sangue. Uno dei due ragazzi ha iniziato a gridare e ci hanno portate in infermeria. Svenivamo in continuazione, eravamo sotto choc e non riuscivamo a capacitarci di quello che ci era accaduto così, senza un motivo. Siamo molto grate - continuano - sia ai ragazzi che ci hanno portato in infermeria, sia a un buttafuori che ci ha assistito finché non è arrivata l’ambulanza. Non possiamo dire lo stesso del proprietario, lo abbiamo intravisto ma non si è neanche avvicinato a chiederci come stessimo”.