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12/07/2024 06:00:00

Il depuratore che inquina Selinunte

 Anche quest’anno, da più di dieci anni (qui il nostro servizio del 2013), i reflui fognari continuano a scorrere sotto il depuratore di Marinella di Selinunte. E dopo un paio di metri, finiscono direttamente in mare. Anche quest’anno Goletta Verde rileverà il punto come “fortemente inquinato”. E puntualmente ci si affretterà a sottolineare che, anche se in quella zona l’acqua non è balneabile, tante altre spiagge invece lo sono.

 

L’impianto di depurazione è messo molto male. Da diverso tempo rischia di crollare in mare. E mentre dalla Regione Siciliana arriva un decreto che trasforma l’altro depuratore, quello di Castelvetrano, in un “impianto di irrigazione” per le campagne delle province di Trapani e Agrigento, quello di Selinunte aspetta ancora gli interventi di emergenza promessi (sempre dalla Regione) nel 2021. Era l’epoca in cui l’allora presidente Nello Musumeci diceva che “il governo regionale sta intervenendo per cercare di riportare tutto alla normalità nel più breve tempo possibile”.

 

Qual è la situazione oggi?

Oggi, l’impianto di Marinella di Selinunte è pieno di crepe, ma sta ancora su (difficile dire per quanto) grazie alle palificazioni ormai a vista, dopo che buona parte del terreno argilloso è già scivolata giù. Mentre i reflui fognari che scorrono di sotto, sull’arenile, sarebbero acque depurate. Il condizionale è d’obbligo, visto il brutto aspetto e la quantità di schiuma che si forma.

 

Ma perché questa continua cascata di reflui?

Si tratta di un danno difficile da riparare, perché la perdita arriva da uno dei collettori di una grossa vasca di cemento che mette in comunicazione il depuratore al cosiddetto pennello a mare. E’ una vasca sottoesposta rispetto all’intera struttura, che sta fuori dal muro di recinzione, tra la fitta vegetazione di canne e arbusti quasi a metà costone in altezza. Un punto difficile da raggiungere dai mezzi meccanici che servirebbero per la relativa riparazione, il cui accesso pare potrebbe avvenire soltanto dal lato mare. Se poi si aggiunge che l’intero costone su cui poggia il depuratore ha subito nel corso degli ultimi anni diversi ulteriori smottamenti, si capisce perché nel tempo le crepe che attraversano tutta la struttura risultino ancora più profonde.

Guardando da lontano, in effetti, si può notare bene come il vano strumentazioni sia vistosamente inclinato, rispetto al resto dell’impianto.

 

Certo, ci sono dei fondi previsti per questo depuratore in bilico da troppo tempo.

 

1,3 milioni di euro decisi nel giugno del 2022, da parte della Regione Siciliana. Attenzione, non per eliminare il rischio crollo: una parte (600 mila euro) per permettere ai tecnici di gestire la depurazione in tutta sicurezza, da una postazione distaccata, distante dal resto della struttura che sta scivolando verso il mare. Un’altra parte (750 mila euro) per ripristinare la transitabilità di via Punta Cantone, che porta all’ingresso della Riserva, dopo la voragine provocata dal forte dissesto del novembre del 2021. La stessa somma fu stanziata in un secondo tempo, come ci racconta l’ex vice sindaco Filippo Foscari, da parte della Protezione Civile.

 

E poi ci sono 600 mila euro che quest’anno “Terna Spa” ha riconosciuto al comune di Castelvetrano per gli impatti territoriali del cavidotto realizzato tra la Tunisia e Partanna, passando per Marinella di Selinunte. Fondi che il comune potrebbe utilizzare per trasformare il depuratore in una stazione di sollevamento.  

 

Ad oggi però, nelle casse del comune non è arrivato un solo centesimo. E tutto è praticamente come prima.

Ma adesso le possibilità di soluzione collegate al coinvolgimento della Regione Siciliana, potrebbero essere maggiori, considerando che la nuova amministrazione Lentini ha il sostegno dei partiti di destra, che sono proprio quelli al governo dell'isola.

Intanto, mentre si avviano le “interlocuzioni”, c’è una cosa da fare che non costa praticamente niente: ripristinare i cartelli di divieto di balneazione nei pressi del depuratore. Qualcuno li ha staccati e gettati in mezzo alla vegetazione, ma sono ancora lì.

 

Egidio Morici