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11/07/2024 06:00:00

  I medici trapanesi. “Ecco come migliorare la sanità in provincia”

Cosa serve per migliorare la sanità in provincia di Trapani? Quali sono le emergenze e come risolverle? I medici della provincia di Trapani hanno indicato la strada da percorrere e le possibili soluzioni alle tante carenze della sanità provinciale.

Infatti, alla luce della intenzione del Governo regionale siciliano di rivedere la rete ospedaliera complessiva in tutta la Sicilia, nei giorni scorsi l'Ordine dei medici chirurghi ed odontoiatri della provincia di Trapani ha organizzato un incontro tecnico al quale sono stati invitati a partecipare i deputati regionali eletti nel territorio provinciale e il nuovo Direttore Generale dell'ASP di Trapani, dottor Ferdinando Croce.
Ne è emerso un dibattito molto fattivo che per i medici trapanesi “lascia ben sperare sulle soluzioni prospettate ed al vaglio del manager ASP presente all'incontro”.

 

 


L'Ordine dei medici della provincia di Trapani si è affidato al dottor Alberto Di Girolamo quale relatore delle proposte individuate dai medici del territorio. E' stato lui, infatti, dopo l'apertura dei lavori affidata al Presidente provinciale dell'OMCEO di Trapani, dottor Vito Barraco, a sviluppare i temi più urgenti che attanagliano la sanità e, soprattutto, la rete ospedaliera della provincia di Trapani.
Già sindaco della città di Marsala, medico cardiologo, che ha contribuito al dibattito con delle proposte e mirate a supportare il potenziamento della sanità in provincia.

In sintesi ecco le proposte avanzate dall'OMCEO della provincia di Trapani

Per migliorare la sanità della provincia di Trapani c’è bisogno di:
- aumentare i posti letto a 1200-1400
-aumentare le unità operative di eccellenza e potenziare quelle esistenti

Inoltre, a ciascun ospedale o almeno a quelli più grandi, si dovrebbe dare un orientamento specialistico:
-il Sant'Antonio di Trapani a indirizzo cardiovascolare;
-l’ospedale Paolo Borsellino di Marsala a indirizzo Oncologico, oltre a portare a termine il padiglione per le malattie infettive.
-a Mazara potenziare la radioterapia.
-A Salemi incrementare la riabilitazione.
-presso l’ospedale di Castelvetrano potrebbe essere allocata una unità operativa di traumatologia e ortopedia che potrebbe servire anche parte dei comuni della provincia di Agrigento.
-tutte le altre unità operative presenti nei vari presidi ospedalieri andrebbero razionalizzate, potenziate o trasformate in servizi ambulatoriali, in funzione del numero dei ricoveri e dell’esodo dei pazienti.
-è necessario il potenziamento del servizio del 118 per il trasporto dei pazienti da un ospedale all’altro.
-La realizzazione della bretella dello scorrimento veloce, Marsala- Mazara del Vallo, faciliterebbe anche il collegamento fra i vari ospedali della provincia. Naturalmente è fondamentale il raccordo fra gli ospedali e il territorio e con le case e gli ospedali di comunità e oltre a potenziare gli ambulatori ospedalieri andrebbero incrementati e potenziati anche quelli di I livello del territorio.
-I direttori delle varie unità operative debbono avere grande esperienza da poter trasmettere agli altri. L’unico criterio di selezione.
-Il personale medico, infermieristico, tecnico deve essere adeguato sia numericamente che per esperienza. Senza dimenticare che per ogni nuovo posto letto, in media si creano tre nuovi posti di lavoro qualificati.

 

 

 

Per “Potenziare e Riorganizzare gli Ospedali della provincia di Trapani” Di Girolamo parte da alcuni dati importanti: “Nel 2023 sono nati meno di 400 mila bambini e per il 2024 se ne prevedono ancora di meno, nel 2008 sono stati più di 550 mila, un calo di circa un terzo e in modo costante. Gli over 65 sono oltre 14 milioni, circa un quarto della popolazione totale. Il sistema ospedaliero, cuore del SSN, dovrebbe occuparsi delle malattie acute, mentre quelle croniche dovrebbero essere appannaggio del territorio, ma non sempre avviene così. Ancora oggi ci sono troppe disuguaglianze fra Nord e Sud, ma anche fra le città metropolitane e quelle medio-piccole, soprattutto nella nostra regione. Se ci soffermiamo sui posti letto ospedalieri, consideriamo che a livello nazionale ne sono previsti 3,7 per mille abitanti, di cui 3 per acuti e 0,7 per riabilitazione e lungodegenza, percentuale nettamente inferiore rispetto alla media Europea, che si attesta invece intorno al 5,5 per 1000”.

Quale è la situazione dei posti letto in provincia? Alberto Di Girolamo lo ha specificato nella sua relazione: "La provincia di Trapani con i suoi 430 mila abitanti ha meno della metà dei posti letto che le spetterebbe, distribuiti fra i vari piccoli ospedali di Trapani, Marsala, Castelvetrano, Mazara, Alcamo, Salemi, Pantelleria e due/tre strutture private convenzionate. I posti dovrebbero essere almeno fra i 1200 e 1400. La mancanza di posti letto e di unità operative di alta specializzazione, comporta spesso il ricovero di molti pazienti fuori provincia e anche fuori regione, oltre a causare un incremento della mortalità e della spesa sanitaria, sia per l’Asp che per i cittadini stessi. Secondo noi, i ricoveri fuori provincia dovrebbero verificarsi solo per i “trapianti d’organo e per le malattie complesse e rare”. Cosa che purtroppo non avviene, soprattutto per le malattie oncologiche, che oggi se diagnosticate precocemente e curate in reparti, o ancora meglio in centri dedicati, hanno un’alta probabilità di guarigione.

 

A peccare, insomma, l’organizzazione ospedaliera dei singoli reparti, Di Girolamo che medico ospedaliero lo è stato lo sa bene e lo ha evidenziato: “ I nostri ospedali purtroppo sono ancora organizzati come 30/40 anni fa, quando la diagnostica e la terapia erano completamente diverse e molto meno efficaci di quelle attuali. In questa provincia non solo ci dovrebbe ma ci potrebbe essere una sanità migliore dell’attuale, i cittadini ne hanno diritto. Per raggiungere un tale obiettivo ci vuole un cospicuo aumento dei posti letto, di reparti specialistici e di eccellenza, di ambulatori dedicati e di personale sanitario numericamente adeguato e aggiornato. In attesa della costruzione di uno / due nuovi ospedali, se ne parla da anni, si dovrebbero utilizzare al meglio tutti gli spazi degli ospedali esistenti, riorganizzandoli e dandogli, dove è fattibile, un orientamento specialistico. Non c’è alcuna motivazione ne’ scientifica ne’ demografica, che i nostri ospedali trattino, quasi tutti, le stesse patologie, situazione che anzi risulta pericolosa sia per i pazienti che per i sanitari. Un tempo forse era una condizione accettabile, sicuramente non oggi. E’ assodato che una equipe medica con personale infermieristico e tecnico dedicato, che si occupa prevalentemente di una determinata patologia o apparato e cura tantissimi pazienti, diventi sempre più brava, più efficace e più efficiente. Un reparto così avrà meno complicanze e potrà stare al passo con le nuove scoperte scientifiche, prerogativa assolutamente necessaria e fondamentale in medicina, oggi più di ieri”.

Quello che va sottolineato e soprattutto fatto comprendere ai cittadini è che non è possibile più avere i duplicati di reparti a pochi km di distanza, senza che poi ci sia efficienza: “Se i reparti diventano centro di riferimento e soprattutto se ci sono ambulatori che seguono i pazienti più complessi, gli stessi acquisteranno fiducia e non avranno motivo di emigrare. Per far questo e’ assolutamente necessario che i nostri ospedali si diano un orientamento specialistico. Le patologie più frequenti con più alta complessità e mortalità, ma che se diagnosticate e curate precocemente in centri di eccellenza, hanno un’alta probabilità di guarigione, sono ancora oggi le malattie cardiovascolari e quelle oncologiche. Queste sono altresì destinate ad aumentare con l’aumento dell’età media della popolazione.
Le neoplasie più comuni sono quelle al seno, al colon retto, al polmone, alla prostata, alla vescica, ma ce ne sono tante altre. Naturalmente più precocemente viene fatta la diagnosi, con screening diffusi, regolari e continui, così come la terapia fatta in centri con molta esperienza, più probabile e’ la guarigione. Creare un centro di eccellenza non è sicuramente cosa semplice, ma neanche impossibile. È però necessario avere una visione di insieme, avere la volontà di scegliere il personale e di organizzare. In primis e’ necessario potenziare i reparti e/o servizi che già in atto sono di interesse provinciale”.


Anche la radioterapia di di Mazara andrebbe potenziata in tecnologia e personale, per renderla sempre più all’avanguardia e attrattiva, per Di Girolamo la decisione di averla resa una struttura dell’Asp è un fatto estremamente positivo.
E poi c’è la questione famosissima e anche imbarazzate del padiglione per malattie infettive dell’ospedale di Marsala: “Una volta che è stato iniziato, andrebbe portato a termine, senza perdere ulteriore tempo e senza aspettare qualche nuova epidemia, e dovrebbe essere utilizzato “dall’unita’ operativa di malattie infettive”. Naturalmente è necessaria una diagnostica di laboratorio adeguata”.


Necessari interventi anche per l’ospedale di Trapani: “Da anni ci sono un reparto di Cardiologia con unità di terapia intensiva più l’Emodinamica e l’elettrostimolazione e un reparto di Neurologia con la stroke unit, oltre che sulla carta anche il reparto di Chirurgia vascolare, che andrebbe riattivato al più presto (alcuni anni fa già in funzione), potrebbe diventare centro di riferimento almeno provinciale per le “malattie cardiovascolari”. Anche gli altri reparti andrebbero adeguati, perché sono inaccettabili stanze di degenza con 4-6 pazienti e spesso senza bagni. Naturalmente potenziando se e’ necessario la dermatologia, che è già reparto di riferimento per il “ Melanoma”, neoplasia molto frequente. L’ospedale di Marsala ad esempio, con le sue 5 sale operatorie e gli spazi a disposizione, che era stato costruito per circa 250 posti letto anche se ne sono in funzione un centinaio, più il padiglione Covid e il così detto “ campus biomedico “, potrebbe e dovrebbe diventare a orientamento oncologico, sempre con tutta la diagnostica e gli ambulatori per fare screening, diagnosi precoce, terapia medica e chirurgica all’avanguardia”.


Per Di Girolamo non ci sono dubbi: realizzare tutto questo è possibile, si tratta unicamente di scelte e volontà politica: “Si potrebbe iniziare con un servizio di oncologia medica che era già presente, con la possibilità di somministrare la terapia oncologica in loco. Riportare la senologia a Marsala, dove c’è la chirurgia plastica proprio per la ricostruzione della mammella post intervento. Si dovrebbe poter fare un esame istologico in estemporanea come per tutti gli interventi oncologici o sospetti tali. Visto il numero delle neoplasie dell’apparato digerente non solo al colon-retto, la chirurgia generale potrebbe essere convertita in chirurgia oncologica dell’apparato digerente. Lo stesso andrebbe fatto per il reparto di ostetricia che andrebbe trasformato in “ginecologia oncologica e ostetricia”. L’urologia andrebbe potenziata in modo da poter fare tutti gli interventi dell’apparato urologico. Potenziando la chirurgia toracica si potrebbe avere un’altro reparto a orientamento oncologico. L’unità’ operativa di otorinolaringoiatria potrebbe anche questa diventare a indirizzo oncologico con l’assunzione di chirurghi esperti. Trasformando questi reparti già esistenti, a indirizzo oncologico, nel volgere di pochi anni, la maggior parte dei pazienti della provincia affetti da tale patologia, potrebbe essere curata in loco, con notevole riduzione della mortalità, dell’emigrazione dei pazienti, dei disagi delle famiglie e della spesa sanitaria. Naturalmente bisogna credere in un tale progetto, bisogna assumere chirurghi esperti in campo oncologico. Va potenziata la diagnostica radiologica, di laboratorio, l’endoscopia e l’anatomia patologica. Bisogna pensare a una ortopedia di eccellenza con varie subspecialità e anche alla traumatologia”.



Sanità | 2024-07-13 12:05:00
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