Nel 2023 l'attività economica in Sicilia è cresciuta, ma a ritmi molto contenuti e più bassi di quelli dell'anno precedente. I segnali di ripresa, che si erano manifestati nel primo trimestre del 2024, si sono attenuati nei mesi successivi. Per tali motivi, in base alle indicazioni di carattere qualitativo raccolte, la crescita economica sarebbe modesta anche nell'anno in corso. Lo mette nero su bianco l'ultimo rapporto annuale "Economie regionali - L’economia della Sicilia" redatto dalla Banca d'Italia, a fine giugno di quest'anno.
IL PIL SICILIANO AL 0,7% ARRANCA - “Secondo l'indicatore trimestrale dell'economia regionale (ITER) - il prodotto è aumentato dello 0,7 per cento, in misura lievemente inferiore rispetto al PIL italiano”.
LE IMPRESE: SOFFRONO AGRICOLTURA E INDUSTRIA; BENE L’ENERGIA DALLE RINNOVABILI – L’andamento dell’attività è stato diverso tra i vari settori produttivi; il valore aggiunto si è ridotto nell’agricoltura e nell’industria, ha rallentato nelle costruzioni e nei servizi. La produzione del settore primario ha risentito delle anomalie climatiche che hanno caratterizzato il 2023. Nell’industria il perdurare di una congiuntura debole e l’elevato costo del credito hanno frenato gli investimenti delle imprese siciliane; si è intensificata l’espansione della capacità produttiva di energia elettrica da fonti rinnovabili.
MALE L’EXPORT PETROLIFERO NON MALISSIMO L’EDILIZIA GRAZIE AGLI INCENTIVI - Le esportazioni sono diminuite sia per i prodotti petroliferi sia per il complesso degli altri comparti. Pur in decelerazione, l’attività si è mantenuta su livelli elevati nell’edilizia, beneficiando ancora dello stimolo derivante dagli incentivi fiscali oltre che della domanda proveniente dall’operatore pubblico.
CONSUMI DEBOLI NONOSTANTE IL TURISMO - L’indebolimento dei consumi si è riflesso sull’andamento dei servizi privati non finanziari, la cui dinamica è stata però sostenuta dai risultati positivi del turismo e dei trasporti aerei e marittimi.
IN ESPANSIONE IL LAVORO DIPENDENTE – L’espansione dell’occupazione è proseguita anche nel 2023, in misura più intensa rispetto all’anno precedente. La crescita ha interessato soprattutto i lavoratori alle dipendenze; nel settore privato la creazione di nuove posizioni lavorative è stata supportata in prevalenza dalla componente a tempo indeterminato. I livelli occupazionali sono risultati superiori a quelli del 2019.
MEGLIO ANCHE I ‘NEET’ MENO SFIDUCIATI MA SEMPRE TANTI - Il numero degli inattivi ha continuato a ridursi. Tra gli individui di età compresa tra i 15 e i 34 anni, la quota di coloro che non sono occupati, non studiano e non seguono corsi di formazione (NEET) si è ulteriormente ridotta, di 4,2 punti percentuali, portandosi al 32,2 per cento; tale incidenza rimane la più elevata nel confronto con le altre regioni (18,0 per cento la media nazionale).
LA FUGA DALL’ISOLA CONTINUA - Il forte calo della popolazione residente in regione prospettato per il prossimo ventennio, in base alle ultime previsioni demografiche, potrebbe incidere negativamente sull’evoluzione dell’offerta di lavoro; una maggiore partecipazione delle donne, ancora particolarmente contenuta in Sicilia, potrebbe parzialmente compensarne gli effetti.
I CONSUMI DELLE FAMIGLIE ‘AFFIEVOLITI’ DALL’INFLAZIONE – Nel 2023 il reddito a valori correnti delle famiglie siciliane è aumentato, sostenuto dall’espansione dell’occupazione; l’inflazione ne ha tuttavia determinato una sostanziale stazionarietà in termini reali. La dinamica dei consumi, tornati sui valori pre-pandemia, si è fortemente affievolita. La ricchezza finanziaria, cresciuta per l’accumulo aggiuntivo di risparmio durante la pandemia di Covid-19, in seguito al rialzo dei tassi di interesse è stata caratterizzata da una ricomposizione a favore di forme di investimento maggiormente remunerative. Nel corso del 2023 la crescita dei prestiti alle famiglie si è sensibilmente attenuata, per effetto della minore domanda di mutui per l’acquisto di abitazioni. Il credito al consumo ha continuato, invece, a espandersi a un ritmo sostenuto, favorito anche dall’ampliamento del numero dei prenditori.
Domani continueremo a spulciare il report di Bankitalia sull’economia siciliana con la seconda parte della nostra analisi.
Alessandro Accardo Palumbo
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