Anche il procuratore Fernando Asaro è intervenuto all’iniziativa della Camera penale di Marsala sul tema dei suicidi in carcere, arrivati a 49 dall’inizio dell’anno. “Si ha civiltà giuridica, in uno Stato democratico, in presenza di alcuni capisaldi – ha detto il magistrato – e cioè un’avvocatura forte, autorevole, che svolge la propria attività a tutela di ogni diritto, una magistratura autonoma e indipendente, capace cioè di sottostare soltanto ai principi di legge e non ad altri centri di potere. Bisogna avere rispetto per istituzioni quali avvocatura e magistratura. E non si può definire democratico uno Stato in cui avvengono 49 suicidi di detenuti dall’inizio dell’anno.
Non è pensabile, non è possibile. Questa non è civiltà giuridica. E non è possibile dare la responsabilità a chi opera, in numero irrisorio rispetto a quanto sarebbe necessario, dentro le carceri”. Il tema dell’iniziativa della Camera penale di Marsala era “Maratona oratoria – Fermare i suicidi in carcere”. Il procuratore Asaro ha, inoltre, parlato di “battaglia di civiltà giuridica” e di “carneficina” da fermare. Dando atto all’avvocatura di sensibilizzare sul tema l’opinione pubblica.
L’iniziativa si è tenuta in piazza dell’Addolorata ed era inserita nell’ambito di una programmazione nazionale indetta dall'Unione camere penali italiane “al fine – ha spiegato l’avvocato Francesca Frusteri, presidente della Camera penale di Marsala - di sensibilizzare l’opinione pubblica sul grave fenomeno dei suicidi in carcere che da gennaio 2024 ad oggi ha raggiunto il numero di 49 vite perdute”. Uno dei legali intervenuti, Piero Marino, ha parlato di carceri “ridotti ormai a discarica sociale, dove rinchiudere anche persone con problemi psichiatrici”.
E in proposito, l’avvocato Stefano Pellegrino, attuale deputato all’Ars di Fi, ha affermato che “il rischio di suicidi e di atti autolesivi è in forte ascesa nelle comunità carcerarie ed è necessario che si affrontino seriamente e concretamente i tanti problemi legati alla esecuzione penale e del trattamento carcerario che, spesso, rappresenta veleno piuttosto che medicina.
Durante la detenzione il sentimento di abbandono e di solitudine, specie delle persone già fragili, si aggrava. E’ necessaria una maggiore dotazione di psicologi e psichiatri penitenziari. Piuttosto che nuove strutture, quindi, occorre più personale
adeguato e preparato, nonché apertura a servizi e lavori extramurari”. Tra gli altri interventi, anche quello dell’avvocato Vito Daniele Cimiotta, rappresentante dell’associazione nazionale “Yairaiha ETS”, che si occupa proprio di problematiche carcerarie. Presenti, tra gli altri legali, anche Antonino Rallo, Leo Genna, Chiara Bonafede, Danila Tranchida, Andrea Pellegrino, Giovanni Gaudino, Diego Tranchida, Salvatre Sinatra, Salvatore Giorgi e Marta Carveni.
E rappresentanti della polizia penitenziaria, con Gioacchino Veneziano, rappresentante sindacale della UilPa. Ma anche quello del vescovo emerito di Mazara Domenico Mogavero. Una iniziativa analoga a quella di Marsala si è tenuta, in contemporanea, ad Alessandria. L’11 luglio è prevista la manifestazione finale dell’Ucpi a Roma.